“Potrei ricorrere alla difesa dell’immigrazione dicendo che abbiamo bisogno degli immigrati per pagare le pensioni dei nostri figli. Ma, di fronte alle immagini di coloro che fuggono la guerra e la morte, preferisco appellarmi alla buona e vecchia solidarietà del Buon Samaritano. Lei dice: deve essere un fatto spontaneo e del tutto privatistico. Non sono d’accordo. Come penso, del pari, che quando Papa Francesco si augura che ogni parrocchia accolga un rifugiato, dice cosa nobile e giusta, ma che rimane al livello privatistico. Quando il numero di rifugiati tocca i milioni, c’è bisogno di creare lavoro e dare accesso ai servizi pubblici. L’approccio non può più essere spontaneo, ma deve coinvolgere lo Stato e i fondi pubblici; che un giorno saranno rimpolpati – è già successo – dai contributi e dalle tasse pagate dagli immigrati”. Rispondendo a un lettore in merito al tema dell’immigrazione, Fabrizio Galimberti ha usato le argomentazioni che ho riportato per difendere l’apertura delle frontiere. Non condivido praticamente nulla di quello che sostiene.
In primo luogo, difendere l’immigrazione sostenendo che saranno gli immigrati a pagare le pensioni dei nostri figli è semplicemente una ipotesi di dubbio fondamento. Non è affatto detto che costoro saranno disposti a mantenere un welfare state come quello in essere, se si troveranno a essere contributori netti. Oggi è lecito dubitare che lo siano, per lo meno in quelle famiglie con un solo lavoratore che ha moglie e diversi figli piccoli a carico. In questi casi gli immigrati sono beneficiari netti del welfare state, anche se un componente della famiglia paga tasse e contributi.
Galimberti afferma che “è già successo” che i contributi e le tasse pagate dagli immigrati abbiano “rimpolpato” le casse pubbliche. Senza specificare quando e in che misura. Dubito che potrebbe specificarlo. Quanto alla questione del Buon Samaritano, la penso come il lettore a cui è destinata la risposta di Galimberti: la solidarietà deve essere spontanea e privata. Chiunque può invitare gli altri a essere solidali, ma invocare l’intervento dello Stato per forzare la solidarietà mediante il fisco è la negazione della vera solidarietà, oltre a una violazione del diritto di proprietà di chi è costretto a pagare il conto.
In un contesto nel quale vigesse la proprietà privata o le comunità fossero costituite in modo volontario, ogni persona potrebbe avere accesso a una proprietà solo con il consenso o l’invito del proprietario. E, una volta entrato nella proprietà di una o più persone, l’ospite non avrebbe alcun diritto se non quello a non essere aggredito.
In un contesto dominato dallo Stato, al contrario, i flussi migratori finiscono per essere ingestibili o mal gestiti, non da ultimo per via dello stato sociale. Non dubito che molti immigrati fuggano da situazioni di guerra e persecuzione, ma è innegabile che queste persone scelgano come destinazione non già i Paesi più vicini dove verrebbe rispettata la loro libertà, bensì quelli dove il welfare state è più generoso. Rispondere con il buonsamaritanismo statale può forse fare presa sui buonisti in servizio permanente, ma, oltre a comprimere la proprietà di chi è costretto a pagare il conto, rischia di scassare ulteriormente dei bilanci pubblici già parecchio malridotti.
Non si tratta di essere cinici o cattivi, ma di essere realisti. E di non sacrificare ulteriormente sull’altare dei buoni sentimenti il diritto di proprietà di chi questo disastrato welfare state già lo mantiene da tempo.
il kattokomunismo è la filosofia politica che ha subdolamente affermato l’idolatria moderna dello stato e del suo catechismo, lo statalismo. Ne è responsabile primaria la Chiesa Cattolica, che abdicando alla missione di annunciare la Buona Notizia, affidata ai suoi apostoli, ha pensato di apparentarsi e diventare sodale di un sistema malefico nei suoi geni. Con questo pensando di ammansire il male, arginare l’idolatria e guidare la società ai principi cristiani, attraverso le leggi umane, la repubblika, la demokrazia e tutte le nefandezze di cui queste metastasi sono capaci. Arriverà la fine dei tempi annunciata nelle Sacre Scritture proprio perchè la Chiesa è piena di demoni e di scorpioni malefici. E questo sistema satanico di ingiustizia e di prepotenza sull’uomo, avrà termine.
Piu’ o meno cosi’: esatto.
Tra le argomentazioni più vergognose che i farisei catto-comunisti tirano fuori a favore dell’immigrazione di massa è, appunto, il “pagamento delle nostre pensioni”.
Ditemi voi con quale faccia tosta si possa sostenere ciò, e nel contempo essere orgogliosi si aver creato una società (sedicente) organizzata ed evoluta, convinta sostenitrice del welfare per tutti, quando poi si debba dipendere da dei poveracci con le pezze al sedere per evitare il crollo di tutto il carrozzone.
E, guarda caso, sono proprio quegli ipocriti che si dichiarano contro lo “sfruttamento dell’uomo sull’uomo” a servirsi degli immigrati (anche) per questa abominevole incombenza. A nessuno di questi ‘perbenisti della domenica’ viene il dubbio che il sistema pensionistico così com’è concepito sia fallimentare sotto ogni punto di vista, soprattutto da quello etico.
L’altro giorno mentre leggevo l’articolo “Immigration Insurance” pensavo proprio che l’autore avesse proprio ragione…
Altro che “immigrazione” = “risorsa”!
Condivido la sostanza del tuo articolo. Infatti è talmente falsa l’affermazione che “gli immigrati pagheranno le pensioni agli italiani” che il governo mi ha tagliato di ben sette anni l’età pensionabile. Da 60 a 67. Non siamo stati mai così male in Italia proprio perché il paese è stato riempito come un uovo. Siamo ai massimi come popolazione nello stivale italico. Per consentire agli immigrati di vivere sostanzialmente a scrocco sulle spalle degli italiani lo Stato continua a indebitarsi sempre più. E’ terrificante la prospettiva.