di REDAZIONE
E’ iniziata oggi la missione in Russia e Crimea di Matteo Salvini. Il segretario federale della Lega Nord sara’ fino a mercoledi’ in trasferta tra Mosca e Sinferopoli, per cinque giorni di incontri politici, con esponenti del partito di Vladimir Putin, ‘Russia unita, rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale. Nella giornata di oggi sono in agenda alcuni incontri alla Duma: il viaggio di Salvini e’ stato organizzato, insieme all’ex deputato ‘lumbard’, Claudio D’Amico, su invito del presidente della Commissione Esteri del Parlamento russo, Aleksey Puskhov. Domani, invece, giornata dedicata agli incontri con gli imprenditori, tra cui esponenti della locale Confindustria, per discutere degli effetti economici dell’embargo russo ai prodotti europei disposto dopo le sanzioni Ue per le azioni in Ucraina.
La Lega si e’ fin dall’inizio dichiarata contraria alle sanzioni decise da Bruxelles. Cosi’ come ha riconosciuto da subito le rivendicazioni autonomiste della Crimea, la penisola ucraina annessa alla Russia dopo un referendum non riconosciuto dall’Unione Europea, che saranno il tema degli incontri con i vertici istituzionali a Sinferopoli, domenica e lunedi’. Salvini rientrera’ lunedi’ notte a Mosca, dove si tratterra’ martedi’ e mercoledi’, proseguendo i suoi incontri politici e con la stampa. Non e’ in agenda alcun incontro con Putin al momento. Salvini ha avviato contatti con il partito di Putin dall’esordio del suo mandato come segretario, tanto che un rappresentante di ‘Russia unita’, Viktor Zubarev, partecipo’ (insieme ad altri componenti di partito nazionalisti europei, come l’olandese Geert Wilders e il Front national, con cui la Lega e’ alleata a Strasburgo), al congresso di Torino che lo ha eletto alla guida del movimento, a dicembre dell’anno scorso. Si tratta del secondo viaggio all’estero dell’europarlamentare milanese da quando e’ al timone del Carroccio. Il primo, che risale a quest’estate, e’ stato in Corea del Nord, insieme al senatore di Forza Italia, Antonio Razzi: aveva suscitato numerose critiche perche’ parte delle spese erano state sostenute dal regime di Kim Jung-un.