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Il ministro padoan: “le cose vanno peggio di come prevedevamo”

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padoandi REDAZIONE

“Non posso che confermare che il quadro macroeconomico e’ deludente e i dati recenti sulla Germania fanno suonare il campanello d’allarme”. Lo ha detto il ministro delle finanze Pier Carlo Padoan, parlando in qualità di presidente di turno dell’Ecofin in un’audizione al Parlamento europeo a Bruxelles. I dati attuali “indicano che la debolezza e’ più persistente nel tempo e più estesa geograficamente di quanto ci aspettavamo 6 mesi fa”, ha aggiunto Padoan. 

“Il patto di stabilita’ interno e’ un sistema inefficiente” che impedisce il pieno utilizzo dei fondi europei, ha detto il ministro, il quale ha sottolineato che il governo sta studiando “come ridisegnare il sistema, pur mantenendo la disciplina dei conti”. “Sono in favore di una riconsiderazione delle aree di destinazione dei fondi strutturali e delle risorse, soprattutto in virtù della maggiore attenzione sulla creazione di lavoro e la crescita” ha spiegato Padoan nel corso dell’audizione: “Sono in favore – ha precisato – di uno scambio di vedute su come ridisegnare la strategia sull’allocazione” dei fondi Ue. 

Il ministro ha invitato ad applicare la flessibilità prevista dai trattati e “una prospettiva di più lungo termine nell’usare le regole”. Parlando agli eurodeputati, Padoan ha sottolineato che “se vogliamo esseri seri sulle riforme strutturali, dobbiamo considerare che ci vuole tempo perche’ diano frutti”, e ha quindi precisato che “per vedere i benefici servono non uno, ma due o tre anni”. 

Intanto oggi sono stati attivati 24 contratti di sviluppo, investimenti per 1,40 miliardi, 700 dei quali finanziati dallo Stato attraverso i fondi Ue che “creeranno o salvaguarderanno 25 mila posti di lavoro”. Queste le cifre annunciate a palazzo Chigi dal premier Matteo Renzi insieme al ministro dello Sviluppo Federica Guidi e al sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio. L’80% dei contratti riguarderà le regioni del Sud e sara’ quindi “concentrato nelle quattro regioni dell’obiettivo Convergenza, ovvero Campania, Calabria, Puglia e Sicilia”. Il 44% dei programmi di investimento e’ promosso da imprese controllate da gruppi esteri.

Nel dettaglio, dei 24 contratti firmati oggi, 20 riguardano l’industria, 3 il turismo e uno il commercio. Si va dalla produzione di energia alle telecomunicazioni all’alimentare: tra le principali imprese coinvolte figurano Telecom (complessivamente 93 milioni sul tavolo tra investimenti e agevolazioni per migliorare la rete a fibra ottica di Calabria, Sicilia e Puglia), Vodafone (65 milioni di investimento in Sicilia) Bridgestone ( 53 milioni in Puglia) e Unilever (45 milioni per la produzione di gelati in Puglia). Euralenergy gioca la partita più consistente: 174 milioni per la produzione di energia in Sardegna. Ma i contratti riguardano anche realtà come Ponti, San Marzano, Kimbo, Ferrarelle, De Cecco. Complessivamente, si legge nelle slide diffuse dal governo, fino ad oggi, sono stati approvati 36 programmi di investimento strategici in larghissima parte localizzati nelle regioni del Mezzogiorno. 

Sul lavoro e il rilancio dell’occupazione “la politica si gioca la sua credibilità”, ha detto Renzi. E con la firma dei 24 progetti “il governo prova a dare messaggi concreti: alla fine dei mille giorni l’Italia sara’ nelle condizioni di guidare la ripresa economica e non di essere il fanalino di coda”. “Il governo e’ impegnato a testa alta e viso aperto per realizzare gli impegni che ci siamo dati”, ha detto. “Le immagini di chi vuole bloccare, fermare, ostruire il cammino delle riforme in Italia sono le immagini di chi pensa che si possa andare avanti così”, ha aggiunto Renzi, con un chiaro riferimento al rischio stallo sulle riforme. “Mentre loro fanno ostruzionismo per provare a bloccare il cambiamento, noi ci occupiamo di posti di lavoro. Più di un miliardo di investimenti, ventiquattro progetti, venticinquemila posti di lavoro salvati o creati. E, soprattutto, il ritorno di una politica industriale in Italia”. 

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7 COMMENTS

  1. Tremonti: ignorante. Monti :ignorante. Letta: ignorante. Renzi: ignorante. Padoan: ignorante. Quanti altri ignoranti dovranno susseguirsi prima che arrivi una persona che sappia come funziona la macroeconomia? Quando un deficente si proclama per la stabilità e per i conti in ordine non ha capito che non è la spesa pubblica da tenere sotto controllo bensì la spesa estera. Nel 2013 gli italiani hanno acquistato 22.000 immobili all’estero. Se ognuno costa una media (minima) di 300.000€ vuol dire che sono fuoriusciti dalla nostra economia 66 mld€ che andranno ad arricchire stati stranieri e ad impoverire il nostro. Ma il dato 2013 non è una eccezione è la regola. Addirittura nel 2015 ci si aspetta che gli immobili all’estero acquistati dagli italiani saranno 43.000, per un esborso minimo di 80-90 mld€. Per chi capisce la macroeconomia sono queste le spese che vanno combattute perchè quei soldi persi per la nostra economia sono soldi persi per lo stato in quanto non potranno più essere ricaptati dal sistema fiscale e costituiranno un buco di bilancio della stessa entità e una perdita di consumi di 2 volte la spesa!

    • Mi scusi la domanda non maliziosa: ma lei nel mondo globale vorrebbe impedire alle persone di comprare casa dove o meglio per loro? Mi pare un poco assurdo… allora dovremmo di conseguenza mettere alle porte tutti gli stranieri che comprano nelle zone turistiche italiane. Mi pare che non regga come ragionamento

    • euro 300.000 sono esagerati, sono davvero tanti.
      un medio appartamenti in città come roma costa quella cifra. Certo non al centro, ma neanche nelle periferie sperdute. Dove abito io, vicino una fermata di metropolitana, tre camere(salone+2letto) 2 bagni, balcone e posto auto, sfiora a fatica quella cifra. Figuriamoci una villetta in egitto o costarica, rinomati proprio perché costano poco. Ma anche fosse a Berlino, le cifre sono più basse.
      Ed anche negli USA, dove sono bellissime e le fanno tutte di legno, costano davvero molto meno.
      Avventurarsi in moltiplicazioni affrettate è un po’ sparare numeri a casaccio per attaccare il libero movimento dei capitali: perché mai bisognerebbe spendere quei soldi per forza in italia? per far ingrassare la casta italiana? per la mafia del cemento? per la mafia dei pianificatori statali e costruttori loro complici? non bastano le tasse sugli immobili? il condominio fatto diventare sostituto d’imposta? il codice del condomino ancora una volta ricambiato?

      Consolati, lo Stato sa ha già che le case all’estero sono una ricchezza, tant’è che bisogna inserirli nella dichiarazione dei redditi.

  2. Una programmazione economica basata sulle chiacchere (tante) e nessun fatto, basata sulla cattolicissima speranza di provvidenza divina (noi padani siamo quasi calvinisti, da noi funziona invece il “aiutati che Dio t’aiuta”..) o sulla mediterranea “San Gennaro facci la grazia” non poteva avere molto successo.
    Praticamente l’unica cosa che ha fatto lo Stato è stato avventarsi su qualunque soldo vedesse in circolazione per mantenere una spesa pubblica invariata, anzi aumentata.
    In un quadro del genere uno che si stupisca se le cose vanno male è un incompetente, come minimo.

  3. Pier Carlo carissimo, che la situazione fosse brutta brutta lo sapevo già. E non ho MBA assortiti. Troppi laureati – anche anzianotti – anziché lavorare al McDonald, finiscono a ricoprire ruoli delicati. E sono cazzi. Peraltro non dovrebbero proprio esistere, detti ruoli delicati.

  4. Rispetto al 2011, quando cadde il governo Berlusconi per eccesso di spesa pubblica e debito, ci sono 250 miliardi di debito pubblico in più, 80 miliardi di pil in meno, un milione di disoccupati in più e centinaia di lavoratori privati che si sono suicidati in più. Al peggio non c’è mai fine.

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