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Ecco il 229° segnale della ripresa: l’inps ha 9 miliardi di disavanzo

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inps 2di MATTEO CORSINI

“I pensionati non devono preoccuparsi: le pensioni dell’Inps sono erogate a fronte di leggi dello Stato. Se l’Inps dovesse fallire, ci sarà lo Stato… c’è un diritto soggettivo fissato dalla legge”. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, invita i pensionati a non preoccuparsi dei disastrati bilanci dell’ente previdenziale pubblico (il 2015 dovrebbe chiudersi con un disavanzo di circa 9 miliardi, secondo lo stesso Boeri). Caso mai l’Inps dovesse fallire, ci penserebbe lo Stato, come in parte già avviene, a tappare i buchi.

Ovviamente lo Stato, non essendo creatore di ricchezza, le risorse per tappare i buchi dell’Inps le deve trovare da qualche parte. I tecnici la chiamano “fiscalità generale”, che in volgare può essere tradotto: il conto è a carico dei pagatori di tasse.

Come ho già sostenuto in altre occasioni, il problema di qualsiasi sistema a ripartizione (non dissimile da uno schema Ponzi) è che un deterioramento della dinamica demografica conduce verso l’insolvenza. Inizialmente si può, appunto, illudere i pensionati che ci sarà sempre qualcun altro che paga il conto. Di conseguenza, si aumenta ripetutamente il prelievo a carico di chi paga tasse e contributi.

Ma con l’andare del tempo, se la demografia non inverte la tendenza, il carico diventa inevitabilmente insostenibile per i sempre meno pagatori in attività. A quel punto non c’è diritto soggettivo fissato dalla legge che tenga. Teoricamente sarebbe possibile adottare la via spesso invocata per tante altre cose, ossia la monetizzazione. Ma, a ben vedere, si tratterebbe solo di una forma diversa di insolvenza, con l’aggravante che, in casi estremi, porterebbe all’iperinflazione e al collasso del sistema economico, non solo pensionistico.

Gli attuali settantenni possono sperare di farla franca, soprattutto se non saranno troppo longevi. Per i più giovani, invece, qualche sorpresa più o meno amara è da mettere in conto. Ovviamente nessun presidente dell’Inps lo ammetterà mai, per non generare panico. Ma nessun debitore, fino all’ultimo, riconosce di essere diretto verso l’insolvenza.

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