Le banche iniziano a fallire, la ripresa è meno ripresa di quella che si sono inventati, le entrate tributarie (tasse) aumentano… il paese del Bengodi si chiama Italia, direbbe Renzi.
Nonostante petrolio ai minimi storici, euro al ribasso e pompaggio di denaro da parte della BCE, “il vero rebus e’ il mancato decollo della ripartenza italiana”. E’ questa la fotografia dell’economia italiana scattata dal Centro Studi di Confindustria nel rapporto scenari economici “risalita in cerca di slancio”. Nel dettaglio, “la ripartenza dell’economia italiana non ha avuto lo slancio atteso nei mesi estivi”. Ma va?
Intanto, il debito pubblico continua ad aumentare… Continua a crescere il debito pubblico, che a ottobre è aumentato di 19,8 miliardi, salendo a 2.211,8 miliardi, sfiorando il record storico di 2.218,2 miliardi registrato a maggio scorso. Lo comunica Bankitalia nel Supplemento «Finanza pubblica, fabbisogno e debito». Nei primi dieci mesi dell’anno, il debito pubblico è aumentato di 75,9 miliardi.
La cosa divertente, è che Renzi se l’è presa anche con Cottarelli. il tagliatore di spese che di spese non ne ha potute tagliare.
Come ho spiegato meglio in commento all’articolo “banche fallite, il contribuente salva il risparmiatore. Chi salva il contribuente?”, questo è uno dei segnali più preoccupanti.
Il trattato di Maastricht impone tra le altre cose un rapporto debito/pil del 60%, da tempo arrivano segnali che prima o poi l’Italia verrà sanzionata per aver sforato il parametro, non lo si è fatto finora per non accelerare il tracollo evidente a tutti. Si prevede che l’Italia dovrà diminuire il debito pubblico del 5% all’anno, il che vuol dire che per vent’anni si dovranno accantonare somme molto consistenti solo per diminuire il debito con il debole vantaggio di una corrispondente parziale diminuzione della spesa per interessi.
Il fatto che nonostante questo da Monti in avanti il debito pubblico è sempre in aumento implica che non si ha alcuna volontà di seguire questa strada, del resto impraticabile.
L’Italia ha una altissima spesa pubblica e di conseguenza un altissima pressione fiscale che scoraggia gli investimenti esteri ed impedisce la ripresa dell’economia. I tagli di spesa pubblica necessari non vengono applicati per motivi politici, chi lo facesse scomparirebbe dallo scenario politico. Le uniche due iniziative prese, blocco del turn over nella pubblica amministrazione e passaggio al sistema contributivo nella previdenza sociale, avranno effetti pieni tra vent’anni, quando i soggetti saranno andati in pensione (e non sostituiti) e i pensionati privilegiati di oggi (pensioni d’oro, baby pensioni, ecc) saranno morti.
In un quadro di progressivo peggioramento dell’economia (aumenta la pressione fiscale, diminuiscono i consumi, aumenta la disoccupazione, aumentano fallimenti e chiusure d’aziende, diminuisce la produzione industriale) credere che si possa andare avanti così per vent’anni è semplicemente folle, immaginare di mettere nel piatto anche un aumento di spesa per diminuire il debito pubblico è semplicemente demenziale.
Qualcuno, come Passera, ipotizzava di fare una patrimoniale per portare il debito pubblico al 100%, non ho mai capito perché al 100% e non al 60% come chiede l’Europa, ipotesi subito bocciata perché in un paese in cui l’80% delle famiglie abita in casa di proprietà equivarrebbe a gettare nella miseria le classi bassi e medie, non hanno i soldi per pagare una patrimoniale, dovrebbe vendere a prezzi stracciati le proprietà ingolfando il mercato e facendo svalutare gli immobili di proprietà delle banche, o dovrebbero indebitarsi.
Ecco che l’Europa introduce il bail in, semplicemente l’Italia farà un default (parziale o totale del debito pubblico), i titoli di Stato sono detenuti in gran parte da banche italiane che li comperano con i soldi della BCE, quindi per evitare il fallimento delle banche italiane ci sarà il bail in. In poche parole una patrimoniale sui detentori di azioni, obbligazioni e conti correnti bancari. Ovvio che Renzi attualmente non possa fare una cosa del genere, andare ad elezioni anticipate nel 2016 è improbabile vista la batosta che si prenderà alle votazioni comunali del prossimo anno, la scadenza più ovvia è dopo le elezioni del 2018, data naturale, in cui il cerino acceso sarà lasciato in mano a chiunque vinca, il M5S ha da tempo detto che intende dichiarare il debito pubblico italiano”immorale” (come fatto in altri paesi) e non pagarlo.
Nel frattempo portate i soldi in Svizzera ed aprite il conto in franchi svizzeri.