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La chiamano flessibilità, ma è deficit. e prima o poi qualcuno pagherà!

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di MATTEO CORSINI Ha dichiarato Matteo Renzi: "Adesso la flessibilità fa parte delle regole e vale fino all'1% del Pil, per l'Italia oltre 16 miliardi di euro". Nella neolingua cara a coloro che vedono nel deficit di bilancio un volano per la crescita economica, il termine “flessibilità” indica né più né meno che fare più deficit con la Commissione Ue che fa finta di niente. L'unica certezza è che il deficit dovrà prima o poi essere pagato da qualcuno. Ma i beneficiari della maggior spesa fatta in deficit sono identificabili (si vedono, direbbe Bastiat), mentre chi pagherà il conto non è altrettanto agevolmente identificabile (costoro non si vedono). Nella narrazione renziana, da una parte ci sono quelli che guardano al futuro con entusiasmo e credono che il problema delle risorse con cui finanziare tutti gli slanci del presidente del Consiglio sia tale solo perché le regole europee pongono assurdi limiti al deficit; dall'altra ci sono persone che non sanno guar
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