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Il sindaco di barcellona spacca podemos e pensa all’indipendenza catalana

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colau-iglesiasdi REDAZIONE

Pablo Iglesias ha una rivale a sinistra. Ada Colau, la sindaca di Barcellona, è sempre più protagonista, e non solo nella sua terra. Alleata di Podemos, Ada ha un grado di autonomia sempre maggiore e ha deciso di fondare un partito diverso da quelli dei post indignados, un movimento prettamente catalano, con uno scopo preciso: ottenere il referendum per l’indipendenza dalla Spagna e raccogliere l’eredità politica dei socialisti, un tempo egemoni da queste parti e ora quasi scomparsi.  

La costola catalana di Podemos, a quanto pare, sarà parte di questo progetto (scioglierà la riserva nelle prossime settimane), ma a guidare la formazione sarà lei. Il modello è quello di Barcelona en Comú, la piattaforma che ha vinto le elezioni comunali del maggio scorso, all’interno della quale erano confluite una serie di sigle, tra cui Podemos.  

Il peso elettorale di Ada Colau ha avuto una dimostrazione pratica: vinte le comunali, Ada ha evitato di comparire nella campagna elettorale per le regionali, convertite in un plebiscito per l’indipendenza, risultato: Podemos e soci hanno fatto registrare la prima grande sconfitta della loro breve storia. Dopo solo tre mesi dalla debacle, la coalizione di sigle dei movimenti hanno vinto le elezioni politiche in Catalogna: conquistando ben 12 deputati. La differenza è stata la presenza della Colau in comizi e manifestazioni in tutta la Spagna, al fianco (ma non alle spalle) di Pablo Iglesias. Se la Spagna avrà un governo di sinistra, la sua formazione chiederà un ministero, «sarà quello della plurinazionalità», ha dichiarato Iglesias, prima ancora di cominciare i negoziati con i socialisti. 

Ex leader dei movimenti anti sfratto, Ada Colau sta governando in minoranza il Comune di Barcellona, (socialisti e repubblicani potrebbero entrare in giunta a breve), la sua posizione sull’indipendenza della Catalogna non è chiarissima: alla consulta informale (e illegale, secondo Madrid) del 9 novembre 2014 ha votato due sì. Forte sostenitrice del referendum secessionista, non risponde, per ora, a una domanda precisa: vuole o no il distacco dalla Spagna? (di FRANCESCO OLIVO)

TRATTO DAL QUOTIDIANO “LA STAMPA”

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