L’esito del referendum scozzese, come ormai hanno capito anche i sassi – quelli intelligenti, s’intende -, non ha spostato di un millimetro la nuova frontiera dell’autodeterminazione in Europa. Anzi.
Il precedente di una consultazione ufficiale secessionista, liberamente e consensualmente concordata, fra una Regione a propensione indipendentista e il relativo Stato di appartenenza, ha un valore che potremmo definire epico. Proprio per questo motivo, il suddetto “precedente scozzese” va ufficialmente sfruttato. Da chi? Beh, è naturale. Come insegnano i catalani, va sfruttato da parte delle altre Regioni d’Europa che vogliano autodeterminarsi, in relazione al proprio status giuridico e istituzionale.
Non importa, in verità, che l’obiettivo di una consultazione sia l’indipendenza o un grado di autonomia maggiore rispetto a quella di cui si gode al momento. Ciò che conta è il fatto di poter decidere. Di potersi autodeterminare, per l’appunto. Dato che, per nostra sfortuna, ci troviamo ad agire in un contesto massimamente sfavorevole, sul piano giuridico, quale è quello italiano, come potremmo utilizzare l’esempio democratico fornitoci da inglesi e scozzesi?
È chiaro che ben difficilmente si potrà far capire alle zucche vuote che governano a Roma il valore della democrazia. Bisogna bypassare la palude romana e internazionalizzare la lotta. Provare a far leva, dunque, con una sorta di “vincolo esterno”, non economico-finanziario, stavolta, bensì politico. Come Collettivo Avanti abbiamo pertanto elaborato un Manifesto che contiene una precisa proposta, rivolta al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Il nostro Manifesto si intitola, in modo evocativo, “2014 non 1914”, è scritto in quattro lingue (italiano, inglese, catalano e veneto) e lo potete leggere sul sito del Collettivo [collettivoavanti.org].
La proposta rivolta a Maroni consiste nell’appello a convocare un summit a Bruxelles, in via ufficiale, presso la delegazione della Regione Lombardia. A tale summit dovranno essere invitati i presidenti delle Regioni referendarie d’Europa -ovvero i massimi rappresentanti di Scozia, Catalogna e Veneto-.
Scopo del summit dev’essere la redazione di una Carta Europea del Diritto di Autodeterminazione, con cui le Regioni, in qualità di soggetti di diritto comunitario, definiscano le garanzie che l’UE deve prestare a chi si renda protagonista di processi secessionisti.
La Carta dovrebbe, in sostanza, prendere come modello l’accordo anglo-scozzese del 2012 e trasformarlo in una sorta di procedura semi-standardizzata, valida per tutti i casi di richieste di referendum sulle frontiere interne agli stati membri in Europa. Ciò al preciso scopo di sottrarre l’autodeterminazione alla sfera dei cosiddetti “fatti interni”, per ricondurla invece a quella della democrazia sostanziale nell’Europa del 2014. I referendum veneti (e, un domani, lombardi) da questione fra Venezia e Roma ad affare europeo.
Con tutto ciò che ne consegue in termini di responsabilizzazione della Comunità continentale, che finora ha agito da Ponzio Pilato, ma che presto sarà chiamata a fronteggiare la crisi ispano-catalana. E allora, diamo una spinta a questa fredda e tecnocratica UE. Portiamola sul sentiero del rispetto del diritto di decidere. Per farlo, c’è bisogno che Roberto Maroni prenda l’iniziativa.
Fino ad oggi le Regioni d’Europa non hanno parlato formalmente, fra di loro, di questi temi. È il momento di farlo. Sarà anche l’occasione per rimettere la nostra Lombardia al centro dell’agenda eurocomunitaria. Avanti Presidente, adesso è l’ora.
Aspetta e spera. Mi chiedo quando capirete che da quella gente non caverete niente.
e aggiungo che alla vostra proposta dovreste aggiungere una versione in lombardo, se la volete in bergamasco ve la faccio io, se la volete in milanese vi posso mettere in contatto con gente veramente in gamba. a disposizione!
l’idea è buona, ma dubito che maroni farà qualcosa… se poi mi smentisce sarà ben lieto di ammettere l’errore!
Nel cambio di paradigma in atto , con sfasature variabili temporalmente di range di almeno 25anni tra comunitá contigue (Europa) la trasversalitá della cappa congiunturale riduce ai minimi termini ingerenze ideologiche speculative cotanto da far emergere prepotente il precipitato sostanziale ed il senso profondo di necessitá virtù di identificazione territoriale di popoli come risorsa indispensabile al proseguo democratico. L’aspetto indispensabile lo si evince a maggior ragione in virtù del fatto che ideologismi e similari ripiegano tapinamente destrutturati dalla storia circa il loro valore reali , risultando ridimensionati ed oggettivamente testati come surrogati se non droghe od ubriacature . La fredda UE è tale perchè l’impianto di uomini e logiche hanno , neanche a farlo apposta, la stessa matrice ideologica -conservatrice come fine e status , ma millantatori di fatto circa piani e ricette della modernitá , riguardo aile quali gli ammuffiti meandri in perenne dicotomia partoriscono obbrobri con DNA delle smisurate smanie di potere tipiche degli ismi del ‘900 e oltre. Come se non bastasse incapacitá e malafede trionfano nell’ipocrisia di facciata con grande buon gioco per le debolezze delle anime belle , carne da macello spesso per vocazione , per sindromi di Stoccolma, per debolezze in strutture mentali all’abitudine del peccato, della morale, della vergogna, in definitiva bloccati dalla proiezione e dalla narrazione fantastica che l’illusione assoggetta pari pari le superstiziose menti deboli , religione dell’arretratezza , producenti nella modernitá narrazioni virali ancor più perniciose perchè prive di phatos liberatorio , intrise ai ahi noi di finto equilibrato perbenismo che “ti riduce un perdente ancor prima di salire sul ring” .
A parte lEuro che ne è l’espressione , l’idea di Europa come soluzione è un bluff , come lo gli “ismi” , pretesti malsani per finalitá “interessate” . Il mondo è bello perchè è cariato , diceva spesso un mio amico dentista ; la grande allucinazione di intellettuali di sinistra ” sotto canna ” ( dicasi terapeutica ) sic ! , è oramai prova provata che se i popoli si allenano giornalmente con esercizio ed abitudine alla libertá soprattutto dalle tirannidi “del super io ” , l’Europa dei popoli sará l’unica vera realtá di riferimento ” per ipotetiche invasioni” che troveranno senso di interlocuzione qualora gli intenti siano costruttivi, ma pane per i loro denti in caso di illusorie conquiste a man bassa su un decotto mondo da fine impero . I sudditi chiedono “giustizia ” a governatori e vice re , nemesi e crisi economica + IVA procedono pragmatiche a destare il sonno della ragione e della visione : il domino è iniziato………..