L’anno vecchio s’è chiuso con questo proclama: “La recessione è finita, nel 2015 avremo la ripresa”. Un ritornello ripetuto da tutti i mass media, all’insegna di quell’ottimismo che Renzi chiede ai suoi sudditi. Uno slogan come quello di cui sopra, lo ripetono esattamente da 6 anni!
Oggi, passata la Befana, arriva il primo segnale chiaro di “ripresa”: “Non si arresta la disoccupazione in Italia”. I dati, sono quelli di novembre, ma lasciano presagire che il trend continua ad essere il solito: “Il tasso di disoccupazione a novembre sale ancora, raggiungendo quota 13,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto ad ottobre. Lo comunica l’Istat nelle stime. Si tratta del massimo storico, il valore più alto sia dall’inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, ovvero dal 1977 (37 anni fa)”. In termini assoluti sono 48.000 occupati in meno in un solo mese. Senza dimenticare che tra i giovani i senza lavoro sono a ridosso del 50%, esattamente il 43,9%.
Stando alle previsioni economiche messe in circolazione da qualche centro studi, a livello planetario l’Europa, per il 2015, sarà quella che crescerà meno, tra lo 0,75% e l’1,25%, il che lascia presagire che i paesi meridionali del continente potrebbe affrontare ancora un anno di recessione, visto che se crescita ci sarà, questa avrà a che vedere con la Germania, l’Inghilterra e qualche altro paese nordico.
Nel frattempo, in attesa di dati futuri, non resta che attendere i miracoli della legge di stabilità… perfavore, evitate le risate.
Io direi Legge di rigidità.
Quella del Rigor mortis.