Si è svolta ieri, per il terzo anno consecutivo, la giornata dedicata ufficialmente a San Marco (patrono della Serenissima, a cui è stata dedicata anche una processione religiosa). Un appuntamento ormai abituale per gli indipendentisti veneti. Una “manifestazione non autorizzata” (per la cronaca, nelle scorse edizioni sono stati indagati dalla magistratura italiana almeno un centinaio di partecipanti), visto che per legge – sì esiste una legge – nella piazza più importante di Venezia è vietato organizzare manifestazioni politiche. Ciononostante, oltre un migliaio di veneti (forse duemila) ha scelto di alzare al cielo lo storico vessillo che portavano a spalla e, successivamente, stendere sulla piazza un enorme gonfalone di 600 metri quadrati.
Sin dal mattino le bandiere di San Marco han fatto capolino per le strade della più bella città del mondo, per concentrarsi nel primo pomeriggio in piazza, ai piedi del campanile, dove è stato aperto il bandierone da record. Ufficialmente, dicevamo, nessun imprinting politico per l’adunata, ma di fronte alla basilica sono passati molti dei candidati alle prossime elezioni regionali, ciascuno impegnato a modo suo a stringere mani e farsi fotografare insieme ad amici e conoscenti.
Già dalle due e mezza del pomeriggio, il colpo d’occhio della piazza, a ridosso di Riva degli Schiavoni, non lasciava adito a dubbi su cosa stesse accadendo, visto che i gonfaloni col leone in bella mostra coprivano l’intero orizzonte, insieme a qualche stemma lombardo giunto in appoggio alla causa. Alle quattro, ora prevista per l’apertura della mega-bandiera, tutti – turisti compresi – si sono raccolti attorno al vessillo patrio al grido “par tera, par mar San Marco”, seguito da un’immancabile “Veneto Libero”.
Il 25 aprile, insomma, l’orgoglio veneto ha dimostrato, in un clima festoso (nessuno schieramento di forze di polizia in divisa) di non essere per nulla sopito. Se ieri l’Italia festeggiava la “Liberazione”, molti veneti han scelto di augurarsi reciprocamente la liberazione, dall’Italia.
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Come al solito encomiabile la NON copertura data all’evento dalla televisione “pubblica”. 🙁