L’obiettivo è di collocare “25 Leoni di San Marco” nello stato brasiliano del Rio Grande do Sul; l’iniziativa parte dal Comitato Veneto del Rio Grande do sul (COMVERS) che raggruppa una quarantina di associazioni attive nello stato più meridionale del Brasile che ha per capitale Porto Alegre e nel quale vivono milioni di discendenti degli emigranti veneti che parlano ancora una variante della lingua veneta (el talian o veneto-brasiliano) che è stata riconosciuta come patrimonio immateriale dal governo federale di Brasilia.
Il progetto, che vede l’impegno della Regione del Veneto e la collaborazione dell’associazione “Veneti nel mondo”, ha visto la collocazione del primo Leone nella località San Marcos di Arzvorezinha; in date diverse verranno collocati i Leoni nelle comunità di Jaguari, Monte Belo do Sul, Nova Prata e Vale Veneto.
Particolarmente toccante è stata l’inaugurazione nella piccola comunità di San Marcos, ove il Leone è collocato proprio di fronte alla cappella dedicata all’evangelista San Marco; erano presenti per il COMVERS il presidente Luciano Vencato Gastaldo, il consultore Ismael Rosset e il “padre” di questa operazione Cesare Prezzi; la delegazione veneta era composta dal consigliere regionale Luciano Sandonà, dal presidente dei “Veneti nel mondo” Aldo Rozzi Marin e da Ettore Beggiato, già assessore regionale ai rapporti con i Veneti nel mondo e cittadino onorario di Serafina Correa, che è un po’ la capitale del talian e del movimento di valorizzazione della cultura veneta in Brasile.
Nei giorni successivi i componenti della delegazione veneta si sono incontrati con diversi sindaci e amministratori locali al fine di rafforzare i legami fra il Veneto di qua e di là dell’oceano; particolarmente interessante una tavola rotonda alla quale hanno partecipato presso l’Università Federale di Santa Maria, una delle più importanti dello stato del Rio Grande do Sul, incentrata sulla difesa e valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico di queste straordinarie comunità che a distanza di centocinquant’anni (l’emigrazione veneta è incominciata attorno al 1875 subito dopo l’annessione del Veneto all’Italia) mantengono inalterati i valori della nostra civiltà veneta.