Per quelli come noi il limite è stato ampiamente superato, ma l’accanimento poco terapeutico dei gabellieri dà sfogo ad ogni perversa fantasia.
A Senorbì (ma succede anche altrove), paesello della Sardegna, gli sposi devono giurare fedeltà non solo davanti al prete, ma anche al Fisco, perché la “caccia all’evasore” si realizza attraverso controlli sulle spese matrimoniali, in particolare sul pranzo di nozze e sull’album fotografico.
“La Guardia di Finanza – si legge su l’Unione Sarda – ha preso di mira gli sposini di Senorbì: in questi giorni gli agenti stanno consegnando alle coppie sposate di recente un questionario dove è necessario segnalare il ristorante scelto per il pranzo di nozze e lo studio fotografico che ha realizzato album ed eventuale filmino”. Se i novelli sposi nicchiano, partono dei multoni salati.
Beh, già la finanza può controllare i biglietti aerei dei vacanzieri e considerarli nel redditometro, nello spesometro, etc.
Tra poco controllerà, ai fini di cui sopra, anche le uscite al ristorante, a teatro, al cinema, etc.
E’ il grande fratello fiscale.
Il socio occulto delle nostre esistenze.