Sono almeno 30 i poliziotti uccisi negli scontri di queste ore con i ribelli islamisti a Maguindanao, provincia del sud delle Filippine situata nella Regione Autonoma nel Mindanao Musulmano. Fra le vittime vi sarebbero anche diversi miliziani, deceduti nel corso di raid compiuto ieri mattina dalle forze di sicurezza in un villaggio controllato dai membri del Moro Islamic Liberation Front (Milf). Obiettivo del blitz della polizia due sospetti terroristi, che si nasconderebbero da qualche tempo nella zona. Quelli di ieri sono gli scontri più gravi dalla firma dell’accordo di pace fra miliziani e governo centrale, sottoscritto lo scorso anno per mettere fine a decenni di combattimenti.
Testimoni locali parlano di almeno 11 ore di combattimenti fra polizia e milizie musulmane. A innescare la battaglia, l’irruzione della polizia nella cittadina di Mamasapano, roccaforte dei guerriglieri, senza aver inoltrato in precedenza la richiesta ai vertici del Milf, come prevede l’accordo di pace.
Obiettivo della polizia, due membri – Zulkifli bin Hir, meglio noto come Marwan, e Basit Usman, esperto di esplosivi – del Bangsamoro Islamic Freedom Fighters (Biff), un gruppo separatista nato in seguito a una scissione col Milf, che si è sempre opposto all’accordo di pace. Essi sarebbero responsabili “dei recenti attacchi bomba” che si sono susseguiti nelle scorse settimane “a Central Mindanao”.
Il conflitto a fuoco fra i due fronti è durato diverse ore e ha causato la morte di almeno 30 poliziotti; altri sei i corpi rinvenuti, forse appartenenti a miliziani islamisti. Le violenze sono terminate con l’arrivo nella zona delle squadre impegnate a verificare il rispetto dei termini dell’accordo di pace. I militari non hanno preso parte alla battaglia; tuttavia, Manila ha inviato squadre di peacekeeping di rinforzo nella regione, per evitare un’escalation.
Uno dei due obiettivi del raid, Zulkifli bin Hir, sarebbe una figura di primo piano del movimento terrorista Jemaah Islamiyah (Ji), legato ad al Qaeda e nato con l’obiettivo di creare uno Stato islamico nel sud-est asiatico. Esso vanta una lunga striscia di sangue in molti Paesi dell’area, in particolare l’Indonesia.
Il Bangsamoro è una regione storica delle Filippine composta da una popolazione prevalentemente musulmana, sconquassata da decenni di guerra civile fra il governo centrale e i guerriglieri del Moro (gruppo etnico di fede islamica e primo ispiratore della guerriglia per l’indipendenza) e del Milf (Moro Islamic Liberation Front): questi hanno chiesto nel tempo prima l’indipendenza e poi una sostanziale autonomia dall’esecutivo centrale.
L’accordo di pace del 2012 ha previsto la costituzione di una regione autonoma delle Filippine. Sottoscritto da Milf e Manila, esso dovrebbe mettere fine alle violenze, ma gruppi estremisti antagonisti – come il Bangsamoro Islamic Freedom Fighters (Biff) e il Moro National Liberation Front (Mnlf) – hanno tentato a più riprese di ostacolarlo. (AsiaNews)