La notizia corre un po’ ovunque e non è che sia così scioccante, visto che si sa che i veicoli, di tutti i tipi, sono da sempre una vacca da mungere per il governo. Comunque, la Cgia ha attestato quanto segue: “Le ruote italiane, siano esse sotto automobili, motociclette o veicoli commerciali, sopportano un peso fiscale di quasi 72 miliardi di euro, venti volte il valore della Tasi pagata fino allo scorso anno dai proprietari di una prima casa; o ancora, più del doppio dei 30,4 miliardi di Irap versati dalle imprese”.
Mica robetta. Per la Cgia, “la tassazione su questo settore ha raggiunto livelli non più sopportabili”. Ma va? Nel 2009, inizio crisi per intenderci, il parco veicoli generava un gettito fiscale inferiore di 5,3 miliardi rispetto ai livelli attuali, nonostante il rallentamento delle vendite. In sintesi, la pressione fiscale sul comparto è cresciuta dell’8%.
Ora, il governo Renzi ha tirato fuori dal cilindro una nuova idea, fintamente piacevole: tagliare il bollo auto e caricarlo sui carburanti, che già sopportano una tassazione vicina al 70% del prezzo alla pompa. In merito, afferma ancora la Cgia: “La proposta sembra allettante, anche se dai nostri conteggi questa misura, compensata con l’aumento dell’accisa di 0,16 euro al litro, avvantaggerebbe, in particolar modo, coloro che fanno pochi chilometri ed hanno un auto di grossa cilindrata. Mentre chi utilizza il mezzo per motivi professionali – come gli autotrasportatori, i taxisti, gli autonoleggiatori con conducente e gli agenti di commercio subirebbero un fortissimo danno economico”. Traduzione: finirà pagare chi lavora, che già di suo a mille problemi per restare a galla.
Dai carburanti lo Stato succhia ben oltre la metà del gettito totale dai mezzi su gomma. E il gettito derivante dalle imposte autostradali? Se c’è un settore che non ha conosciuto crisi, spiegano quelli della Cgia, è quello delle autostrade che d’altra parte interessano molto anche i gruppi stranieri (si veda l’acquisto della Serenissima da parte degli spagnoli di Abertis). La Cgia registra un vero e proprio boom per i pedaggi autostradali. “Nonostante il forte calo del traffico autostradale, il gettito fiscale relativo ai pedaggi ha raggiunto 1,8 miliardi di euro (+46,5% rispetto al 2009). E sebbene le Province abbiano chiuso i battenti, l’imposta provinciale di trascrizione è aumentata del 16,1%, toccando la quota di 1,3 miliardi di euro. Le imposte sui lubrificanti, infine, hanno pesato per poco più di 900 milioni di euro e in questi 5 anni sono cresciute del 3,4%”.
C’è la ripresa! Basta sgommare quando si inserisce la prima marcia!