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41° segnale della ripresa: bastano 3 imposte per affondare le imprese

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di LUIGI CORTINOVIS

Ma no??? Davvero?? Le imprese italiane sono le più tartassate d’Europa dal fisco. Secondo i dati dell’Ufficio studi della Cgia, le nostre imprese versano al fisco 105,6 miliardi di euro all’anno: nell’Unione europea solo le aziende tedesche pagano un importo complessivo superiore (135,6 miliardi), anche se va ricordato che la Germania conta 22 milioni di abitanti in più dell’Italia.

Ma il carico fiscale sulle imprese italiane, segnala la Cgia, non ha eguali nel resto d’Europa quando misuriamo l’incidenza percentuale delle tasse pagate dalle aziende sul gettito fiscale totale. Se da noi la percentuale è del 14,9, in Irlanda è del 14,8, in Belgio del 12,9, nei Paesi Bassi del 12,7, in Spagna dell’11,8, in Germania e in Austria dell’11,6. La media dell’Unione europea è pari all’11,5 per cento.

L’Ufficio studi della Cgia fa presente che l’incidenza percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul totale del gettito fiscale è un indicatore che aiuta a comprendere l’elevato livello di tassazione a cui sono sottoposte le aziende. “Si tenga presente – segnalano gli analisti – che le imposte italiane considerate in questa analisi su dati Eurostat sono: l’Irap, l’Ires, la quota dell’Irpef in capo ai lavoratori autonomi, le ritenute sui dividendi e sugli interessi e le imposte da capital gain”.

L’Ufficio studi della Cgia precisa che “i dati messi a disposizione dall’Eurostat non considerano ulteriori forme di prelievo per le quali non è possibile effettuare un confronto omogeneo con gli altri Paesi presi in esame in questa comparazione; come i contributi previdenziali, l’Imu-Tasi, il tributo sulla pubblicità, le tasse sulle auto aziendali, le accise, i diritti camerali, e altro, che sono esclusi dall’analisi”. Ancora: “Possiamo quindi affermare con buona approssimazione che in questa elaborazione l’ammontare complessivo del carico fiscale sulle imprese italiane è sicuramente sottostimato” scandiscono. Gli analisti della Cgia ricordano inoltre “che i dati di questo confronto internazionale si riferiscono al 2015. Nel 2016 il Governo Renzi ha ridotto il carico fiscale sulle attività: ha continuato a diminuire il diritto camerale, ha introdotto il super ammortamento e ha leggermente aumentato le deduzioni Irap per le piccole imprese. Dal 2017, infine, ha diminuito l’aliquota Ires (Imposta sul reddito delle società) dal 27,5 al 24 per cento e ha istituito l’iper ammortamento al 150 per cento”.

La conferma che in Italia il peso delle tasse è troppo eccessivo, evidenzia lo studio della Cgia, emerge anche dal confronto sul ‘tax freedom day’ dei principali Paesi Ue. Nel 2016, infatti, in Italia le famiglie e le imprese hanno idealmente terminato di onorare il fisco il 4 giugno, praticamente dopo 155 giorni di lavoro. Rispetto a noi, in Germania la ‘liberazione’ è avvenuta 8 giorni prima (27 maggio), nel Regno Unito hanno festeggiato con 25 giorni di anticipo (10 maggio) e in Spagna quasi un mese prima (6 maggio).

Solo in Francia la situazione è peggiore della nostra: nel 2016 il giorno di liberazione fiscale è ‘scoccato’ il 23 giugno, 19 giorni dopo il nostro. La Cgia sottolinea ancora che “per onorare il pagamento di imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali, nel 2016 abbiamo lavorato 1 giorno in meno rispetto al 2015. Se, invece, il confronto lo facciamo con il 1980, 36 anni fa il ‘tax freedom day’ è scattato ben 40 giorni prima”.

E questa è la situazione calcolata secondo i dati ufficiali. Quelli reali sono ancora peggio

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