Qualche giorno fa, hanno esultato per il nuovo record di entrate tributarie. Ieri, è arrivato il dato che a giugno, come rileva Bankitalia, il debito delle amministrazioni pubbliche si è attestato a 2.248,8 miliardi, in aumento di 70 miliardi rispetto a maggio. Quello toccato dal debito pubblico italiano è il record più alto di sempre e i numeri non sono incoraggianti.
Renzi avrà annunciato mille volte la ripresa, il miglioramento dei conti italiani e l’abbassamento del deficit. La realtà è che la spesa pubblica galoppa e pesa come un macigno sulla impossibilità di riformare l’Italia. I dati semestrali relativi al debito delle Amministrazioni pubbliche mostrano un incremento di 77,2 miliardi di euro per l’esattezza.
Per quanto riguarda i sottosettori, la banca centrale segnala che il debito delle amministrazioni centrali è aumentato nel mese di 9,3 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali è diminuito di 2,3 miliardi. Lo ha reso noto la Banca d’Italia con la pubblicazione del Bollettino statistico al Supplemento di Finanza pubblica.
Il dato rilevato a giugno rappresenta il nuovo massimo storico. Nei primi 6 mesi del 2016 la voce è stata pari a 197,4 mld, in crescita del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2015.
E questo con in un contesto generale decisamente favorevole: con un € a 1,13 US$ e il barile di petrolio ancora sotto ai 50 US$. Se l’Ita(g)lia non riesce a ripartire neanche in queste condizioni, cosa succederà quando il petrolio tornerà a salire e/o il dollaro a scendere?… Domanda pleonastica. Continuerà a vivere a credito sulle spalle del resto d’Europa (del Nord) (slogan: “allentamento del bieco rigorismo”, “solidarietà” etc.). Come la Grecia… Sic transit gloria padaniae. O meglio: cosí affonda la barca…
Forse il Prof. Coco potrebbe fornirci il dato vero, il reale debito pubblico totale.
Io ritengo, infatti, che questi numeri siano incompleti e addomesticati sostanzialmente.