di REDAZIONE
Nicola Sturgeon è l’unica candidata alla segreteria dello Scottish National Party (SNP), dopo che Alex Salmond all’indomani del fallimento del referendum per l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito aveva annunciato le sue dimissioni dalla guida del partito.
Lo si apprende da un comunicato dello stesso SNP che ha chiuso ufficialmente ieri la presentazione delle candidature in vista del congresso del partito previsto a novembre. Ciò vuol dire che, salvo sorprese o un clamoroso ritiro della Sturgeon, per la prima volta da quando la Scozia ha un parlamento autonomo, cioè dal 1997, sarà una donna a guidare il governo della nazione costitutiva del Regno Unito.
Così come avviene per il governo del Regno Unito, anche in Scozia infatti è prassi che il Parlamento scelga come primo ministro il capo del partito con più seggi: le dimissioni di Salmond porteranno quindi la probabile nuova leader del SNP, che ha la maggioranza in Scozia, a diventare primo ministro.
Nata 44 anni fa a Irvine, città situata sulla costa occidentale della Scozia a sud-ovest di Glasgow, Nicola Sturgeon ha cominciato a dedicarsi a tempo pieno alla politica all’età di 29 anni, quando fu eletta al Parlamento scozzese appena creato, dopo aver studiato giurisprudenza a Glasgow e lavorato come avvocato. Nominata vice-segretario del SNP nel 2004, lavorò insieme a Salmond portando il partito indipendentista alla vittoria nelle elezioni regionali del 2007, ottenendo l’incarico di vice primo ministro della Scozia e ministro della Salute. Negli ultimi anni Sturgeon è stata anche la responsabile del governo scozzese per il referendum sull’indipendenza.
Annunciando la propria candidatura all’indomani del fallimento del referendum indipendentista, la Sturgeon ha detto di accettare il voto della maggioranza degli scozzesi che si sono espressi per la permanenza all’interno del Regno Unito. La prossima first minister ha anche promesso di voler collaborare “in buona fede” con i partiti unionisti e la commissione Smith, incaricata di supervisionare il processo di devolution che dovrà assegnare alla Scozia nuovi poteri in materia di fisco e welfare.