Dal 2009 a oggi si contano 70.673 imprese che hanno portato i libri in tribunale, “numeri che sottolineano uno scenario economico ancora preoccupante”, afferma la società del Gruppo Crif specializzata nella business information.
“I dati relativi al terzo trimestre 2014 mostrano una situazione ancora molto preoccupante per le nostre imprese, con dati che testimoniano le difficoltà delle realtà imprenditoriali: in particolare – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di Cribis D&b – emerge la difficoltà del settore del commercio, al dettaglio e all’ingrosso, oltre che dell’edilizia. Entrambi i settori hanno infatti superato le 3.000 imprese che hanno portato i libri in tribunale solo nei primi nove mesi dell’anno”.
Nel primo semestre la Lombardia si è confermata la Regione nella quale si registra il maggior numero di fallimenti, con 2.457 casi, pari al 22,1% del totale nazionale. Dal 2009 ad oggi si contano 15.656 imprese lombarde fallite. La seconda Regione più colpita è il Lazio, con 1.164 imprese chiuse nel 2014 e un’incidenza sul totale Italia del 10,5%. Segue la Campania con 966 casi e incidenza dell’8,7%. In difficoltà anche il Veneto con 933 fallimenti. Per completare le prime dieci posizioni seguono il Piemonte (836), la Toscana (810), l’Emilia Romagna (806), la Sicilia (656), la Puglia (565) e le Marche (379).
Come detto, il commercio e l’edilizia sono i macrosettori più colpiti nei primi nove mesi: il primo ha registrato 3.340 fallimenti mentre il secondo 3.022. Più nel dettaglio il comparto in maggiore sofferenza è quello della “costruzione di edifici”, in cui si registrano 1.357 fallimenti, seguito da 929 installatori.
Seguono il commercio all’ingrosso dei beni durevoli con 868 fallimenti, i servizi commerciali con 668 e la locazione immobiliare con 637. Poi sono falliti 620 distributori all’ingrosso di beni non durevoli, 512 ristoranti e bar, 411 negozi di abbigliamento e accessori, 188 negozi alimentari e 167 negozi di arredamento e articoli per la casa. (ANSA).
Sono riusciti ad ammazzare anche la Lombardia!
E adesso a chi spilleranno il sangue?!
ai lombardi, hanno un sacco di risparmi