Il progetto viene da lontano. Correva l’anno 1995, quando venne proposta ufficialmente l’idea alle istituzioni: realizzare un circuito automobilistico di caratura mondiale a Tenerife. “Ci sono voluti quasi vent’anni – spiega Eduardo Pintado, consigliere insulare del Cabildo – ma adesso tutti i permessi ci sono, da quelli ambientali a quelli strutturali ed urbanistici. E’ partita la gara d’appalto internazionale, abbiamo tempo fino al 3 febbraio del 2015 per convincere gli investitori stranieri a partecipare”.
Su un’area di poco più di 1.300.000 metri quadrati (tutta di proprietà pubblica) , a ridosso dell’aeroporto e a pochi chilometri da Las Americas, potrebbe sorgere la pista (con più varianti) in cui, un giorno, potrebbe tenersi il Gran Premio delle Canarie. Il progetto è pronto, è omologato dalla Federazione Internazionale Automobilistica (con la quale un dialogo più serrato si potrà avere ad opera ultimata) e per la sua realizzazione (tempo previsto 18 mesi dalla posa della prima pietra) servono 25 milioni di euro. In cambio, come previsto dalla licitazione, la società che ci metterà i soldi – completamente privata – potrà gestirlo per 40+6 anni.
Perché un circuito internazionale a Tenerife? Lo spiega Pintado: “Ci sono diverse condizioni che rendono la nostra isola attraente, oltre al fatto che la gestione della pista dà garanzie di redditività. C’è l’accordo con la società che gestisce l’Aeroporto Internazionale del Sud (nel Comune di Granadilla), considerato che la struttura sorgerà a 10 minuti di distanza. C’è il clima, che da sempre rende Tenerife metà turistica 12 mesi all’anno, ergo permetterà anche di usare il circuito 12 mesi all’anno. Infine – spiega Pintado – c’è la mole di turisti che arrivano annualmente alle Canarie”. Quasi 90 milioni di pernottamenti nel 2013 e più di 5 milioni di turisti solo a Tenerife sono numeri che collocano le isole spagnole al largo del Marocco meridionale la prima meta turistica di tutta Europa.
Secondo Pintado (foto), che ha ricordato che la storia del motorismo, in quel di Tenerife, ha una sua lunga tradizione, l’investimento potrebbe essere appetibile sia per gli inglesi, che per i tedeschi, non senza, però, dimenticare gli italiani, che in fatto di quattro e due ruote hanno marchi e competenze di primissimo livello.
Superate le difficoltà burocratiche – soprattutto quelle causate dagli ambientalisti – intorno al circuito de Tenerife s’è creata una certa aspettativa, considerato che anche su Facebook è nato un gruppo molto attivo che promuove l’iniziativa. Quella motoristica sarebbe un’ulteriore attrazione per queste isole baciate dal clima eternamente primaverile.