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Bankitalia rassicura, ma il paese va di male in peggio

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default italiadi REDAZIONE

L’economia italiana è in difficoltà, ma il debito pubblico resta sostenibile e il sistema bancario solido, anche se continua la stretta del credito alle imprese. Il tutto in una zona Euro in cui crescono i rischi legati alla stagnazione della crescita e alla bassa inflazione. E’ il quadro che emerge dal rapporto della Banca d’Italia sulla stabilità finanziaria.

“Il protrarsi delle difficoltà dell’economia, eccezionali per durata e profondità, e l’esigenza di evitare una spirale recessiva della domanda hanno indotto il governo a rivedere il profilo temporale del riequilibrio delle finanze pubbliche”, rinviando il pareggio al 2017, ricorda Palazzo Koch. “In prospettiva – aggiunge – alla sostenibilità del debito contribuisce la dinamica delle principali voci di spesa, che rimane contenuta; la velocità di aggiustamento del rapporto tra debito pubblico e pil dipenderà soprattutto dal ritmo di crescita del prodotto nominale”.

Intanto sul fronte delle banche reduci dagli esami della Bce, via Nazionale rassicura: i risultati degli stress test ”mostrano una tenuta complessiva dei bilanci delle banche oggetto dell’esercizio, nonostante le forti tensioni cui sono stati sottoposti negli ultimi anni”. Il credito però continua a contrarsi, e a risentirne sono le imprese. ”Le piccole imprese, in media meno patrimonializzate, restano più esposte ai rischi derivanti dalla congiuntura e dalle difficoltà di accesso al credito”, si legge nel documento.

Ma a pesare sull’Italia è anche l’andamento generale di Eurolandia, tra crescita al lumicino e spettro deflazione. Nella zona euro “il protrarsi della fase di stagnazione avrebbe ripercussioni negative sul sistema finanziario e sui conti pubblici”. Nell’area dell’euro, si aggiunge, “aumentano i rischi per la stabilità finanziaria derivanti dalla perdita di vigore della crescita e dai persistenti bassi livelli di inflazione”. In questo quadro, “valori eccessivamente ridotti dell’inflazione – conclude la Banca d’Italia – rendono più difficoltoso il processo di riassorbimento del debito, pubblico e privato, e implicano un inasprimento delle condizioni monetarie, con effetti negativi su consumi e investimenti”.

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