Ora, arrivano anche le cifre a dimostrare che i soldi stampati da Draghi hanno solo arricchito gli amici degli amici e i banchieri. Nell’ultimo anno gli impieghi bancari alle imprese sono scesi di 6 miliardi, le sofferenze, invece, sono aumentate di 29 miliardi, mentre gli investimenti delle banche in titoli di Stato sono cresciuti di 14,7 miliardi. E’ quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre. Secondo i dati presentati dall’Ufficio studi della Cgia, la caduta dei prestiti bancari alle imprese sta rallentando. Nell’ultimo anno (tra l’ottobre 2014, ultimo dato disponibile, e lo stesso mese del 2013) le imprese hanno subito una riduzione degli impieghi pari a 6 miliardi di euro (-0,7 per cento).
Oh perbacco, le banche comprano titoli di Stato? Sai che novità! Lo farebbe chiunque. Il meccanismo è questo: la Bce stampa moneta e la offre all’1% (primo LTRO), le banche con quei soldi ci comprano Bot e spazzatura varia, che rende loro il 3-4% senza fare niente, con una sola certezza: che quel loro guadagno (debito pubblico) lo pagano i contribuenti, che da un quinquennio vengono spennati dai governi succedutisi, da Berlusconi a Renzi. (VEDI QUI). E’ la stessa Cgia a ricordare che “una buona parte dei soldi utilizzati dagli istituti di credito italiani per l’acquisto dei titoli di Stato è stata ottenuta dalla Bce con le due aste avvenute nel dicembre 2011 e nel febbraio 2012”.
In pratica, mentre le imprese muoiono e faticano ad avere credito, i banchieri se la spassano, e questa è la loro motivazione: “Con la crescita dei rischi legati all’aumento delle sofferenze, le banche italiane hanno deciso di ridurre gli impieghi alle attività economiche, privilegiando gli investimenti in Bot, Btp, Cct e Ctz”. La cosa divertente è che una massa di “utili idioti” definisce tutto questo “neoliberismo” e/o “turbo-capitalismo”.
La chiamano “trappola della liquidità”. Stavolta è intrappolata l’Europa. C’è la Germania in tiro: preferisce tener per il collo i mediterranei, che fanno buon brodo.