di MAURO MARABINI
“Il Complesso dell’Occidente, piccolo trattato di decolpevolizzazione”: cerchiamo così di tradurre il titolo di un saggio recentemente apparso in Francia dal titolo: “Le complexe occidental, petit traité de déculpabilisation”. Editions du Toucan.
L’autore è Alexandre DEL VALLE, intellettuale francese, anticonformista, politicamente scorretto, di lontane ascendenze italiche, insegnante e professore di scienze politiche in Francia ed anche in Italia.
La tesi del libro è che le élite culturali hanno trasmesso, in quello che viene definito il mondo Occidentale, un drammatico complesso di colpa, nei confronti della propria storia e cultura. Tutto l’Occidente pertanto deve chiedere scusa e perdono in quanto colpevole di tutti i misfatti avvenuti nel corso della storia. L’uomo bianco, occidentale, erede della tradizione giudaico cristiana, portatore di una grande civiltà che ha prodotto un prodigioso sviluppo socio-economico, viene criticato in forma radicale all’interno della propria stessa cultura.
Questo atteggiamento ha portato al travestimento della realtà valorizzando il debito che la nostra civiltà avrebbe con quella arabo musulmana dal medioevo. Si vorrebbe contrapporre un medio evo europeo, cristiano oscurantista che organizza le crociate contro i poveri musulmani, agli splendori di El-Andalus, la Spagna prima della riconquista cristiana, oasi di civiltà e tolleranza, fucina della cultura del Medio Evo.
In verità la cultura araba stessa era l’erede della grande tradizione ellenistica e latina, sopravvissuta malgrado le persecuzioni e portata avanti da pensatori che subivano vessazioni e discriminazioni per le loro idee. Gli stessi cristiani ed ebrei, nello Stato islamico, quando non erano perseguitati, erano sempre considerati cittadini di seconda classe e soggetti ad un maggiore carico fiscale, in quanto tali. Non a caso anche oggi, in modo drammatico, in tanti paesi a maggioranza islamica la persecuzione dei cristiani, in quanto tali, continua.
Un’altra cosa di cui l’occidente dovrebbe vergognarsi e deve pertanto chiedere perdono è lo Schiavismo, come se fosse un crimine dell’uomo bianco, europeo, perpetrato verso gli altri popoli di razza e colore diverso. In verità lo Schiavismo e la relativa tratta di essere umani è stata purtroppo una pratica antica, praticata in tutte le civiltà e anche in Occidente, ma che solo l’Occidente, anche grazie alla religione cristiana, ha cercato di limitare.
Nel corso di tutto il volume, che qui non vogliamo riassumere, vengono esaminati con passione e precisione tutti gli aspetti della deriva di questo atteggiamento autolesionista e messi in evidenza invece come in Oriente, nel Sud del pianeta e in tanti paesi musulmani siano ancora in vigore pratiche e comportamenti oscurantisti e barbari, verso i quali l’atteggiamento critico è cauto e misurato nel timore di incorrere nel reato di islamofobia. Succede così che si può criticare radicalmente la chiesa cattolica, il pensiero conservatore, i protestanti americani, ma in ugual misura non l’islamismo, per il quale si fa sempre dei distinguo fra estremisti e moderati. Quindi se tu descrivi con toni forti i misfatti degli islamici commetti un reato di islamofobia (nota); sei discreditato sui media e rischi perfino la galera!
Se le nostre società, in Occidente in senso largo, sono declinanti, moralmente indebolite e criticabili per tanti aspetti, non hanno tuttavia nessuna lezione di morale da ricevere da tanti paesi, situati in Asia, Africa, Medio Oriente ed America latina, che tollerano, a casa loro, per la loro corruzione endemica e il disprezzo verso la dignità delle persone, i traffici peggiori (droga, organi, uomini, donne, minori) e pratiche inumane (schiavitù, torture, lavoro forzato e mutilazioni genitali). Queste società inoltre a casa loro sono permeate da uno spessore di ipocrisia che li porta fino a negare l’evidenza.
Nelle nostre società aperte è stato rivoltata la celebre parabola del Vangelo; continuiamo a mostrare col ditino la paglia nei nostri propri occhi e dimentichiamo la trave in quelli degli altri.
Il tempo è venuto per l’Occidente di ritornare alla ragione, cessare di essere ingiusto verso se stesso e di ritrovare la strada della autostima.
Alexandre del Valle è nato a Marsiglia nel 1969, gode di una certa fama anche in Italia, insegna Geopolitica alla Università Europea di Roma. E’ un grande estimatore di Oriana Fallaci, come ha testimoniato in molti sui scritti. In italiano è stato pubblicato (nel 2009 editore LINDAU) il suo saggio “I rossi, i neri, i verdi : la convergenza degli estremi opposti, Islamismo, comunismo, neonazismo”.
Per ulteriori informazioni c’è il suo sito, anche in italiano: alexandredelvalle.com
Nota del recensore: un esempio del linguaggio sempre cauto verso gli islamici è stato dato durante il TG 5 di Mediaset delle ore 20,00 del 3 settembre 2014: l’annunciatrice comunica che il giornalista americano assassinato con decapitazione è stato GIUSTIZIATO!
Il sottinteso è che gli estremisti islamici non sono criminali assassini ma “giustizieri”. Mi domando chi sono gli autori dei testi letti in quel TG.
aggiungerei che le tanto criticate crociate sono in realtà guerre difensive, dopo circa 500 anni di aggressioni islamiche la cristianità si è data una mossa e è andata al contrattacco. Ricordo a quanti straparlano di crociate che la prima crociata è del 1100 circa, se siamo noi i mostri, spiegatemi cosa ci facevano gli islamici alle porte di Parigi circa 400 anni prima? e dopo le crociate cosa ci facevano i turchi alle porte di Vienna alla fine del 1600?
Infine farei presente sul problema schiavitù che i neri portati in america dai bianchi erano razziati nel cuore dell’africa e venduti come schiavi proprio dagli arabi!
Sentirsi inferiore e colpevole di tutto il male del mondo autodenigrando sè stesso ed esaltando gli altri, no. Ma neanche negare le proprie colpe e sentirsi così superiore agli altri da poter applicare due metri e due misure. Credo che l’Occidente dovrebbe semplicemente porsi ne sopra ne sotto gli altri: giudicare sè stesso e loro sulla base degli stessi principi universali nel modo più imparziale possibile, riconoscere i propri crimini senza diventare irrazionalmente anti-occidentale e riconoscere i crimini altrui senza generalizzazioni indiscriminate e senza autoesaltazioni irrazionali. Direi che il tempo è venuto perchè l’Occidente tornando alla ragione cessi di essere ingiusto verso tutti, sè stesso e gli altri, come spesso gli capita, e direi che la sua autostima dovrebbe essere basata sulla capacità di fare questo. Se qualcuno critica l’Occidente bisogna vedere come e perchè lo fa, e il discrimine per accettare una critica dovrebbe essere la correttezza o meno della critica stessa, non altro. Sarò freddo e razionalista, ma la penso così.