Giorni fa ero in un parcheggio pieno di auto alla disperata ricerca di un posto, ero in ritardo, mi aspettavano e non c’era un buco neppure a pagarlo oro, poi all’improvviso scorgo uno spiraglio nell’interminabile fila di auto, mi ci fiondo e con grande delusione vedo le strisce gialle del posto riservato agli handicappati. Due imprecazioni e ricomincio il giro, dopo poco la scena si ripete, posto vuoto, strisce gialle e due vaffa, però questa volta resto in dubbio, mi chiedo se non sia il caso di fregarmene, ma si dai, cosa sarà mai… poi ci ripenso, me ne vado, parcheggio ‘n tata galera, come si dice dalle mie parti, e via di corsa a piedi.
È un banale episodio che sarà capitato a tutti voi, perché raccontarlo allora? Perché questo piccolo banale fatto ha un preciso legame con la nostra identità e con l’indipendentismo in generale, infatti mentre velocemente torno sui miei passi penso ai servizi di Luca Abete che da Napoli e dintorni mostra come i posti auto destinati ai malati che hanno appena subito la dialisi e non si reggono in piedi vengano sistematicamente occupati dagli stessi medici ed infermieri che li curano e che dovrebbero conoscere le loro condizioni. Con questo pensiero raggiungo il parcheggio e trovo ancora i due posti liberi, mentre tutto attorno c’è un gran pienone ed anche qualche forma di parcheggio “fai da te”, ovvero fuori dalle strisce, senza però ledere i diritti altrui. Mi fermo guardo la scena e penso al Civic North del professor Putnam, l’autore di Making Democracy Work: Civic Traditions in Modern Italy, secondo il quale il miglior risultato conseguito dalle amministrazioni in alcune regioni, ovviamente quelle padane, dipende da una forte di tradizione di impegno civico. Ovviamente cascasse il mondo se qualcuno degli illuminati dirigenti leghisti si è preso la briga nel corso degli ultimi 20 anni di studiare e approfondire i contenuti di questo testo, cascasse il mondo se qualcuno si è sentito in dovere di utilizzare queste nozioni nel dibattito politico: figuriamoci, bastava ripetere lo slogan del momento e dire “Si capo! Ok, capo! Va bene, capo!”
Passano pochi giorni e scoppia il caso dei vigili di Roma che a detta dello stesso sindaco si sarebbero messi quasi tutti in malattia la notte di Capodanno, nel balletto di cifre si è arrivati ad ipotizzare 83 vigili in malattia su 100: un bella percentuale, roba da pandemia! Con minor enfasi i mezzi di informazione hanno anche ipotizzato comportamenti analoghi, volevo dire epidemie simili, tra i netturbini di Napoli e i dipendenti comunali di Bari. I sindacati ovviamente hanno cercato di minimizzare e di giustificare, non a caso l’I-taglia è il paese nel quale non si licenzia un dipendente pubblico neppure se ruba, e così hanno parlato di problemi di rinnovo contratto e di straordinari. Problemi veri, reali, che si rilevano anche nel Civic North, dove però i vigili non mandano un fiabesco certificato di malattia, ma hanno organizzato un regolare e civile sciopero come la legge garantisce loro, per lo meno così hanno fatto i vigili della mia città, Bèrghem, domenica 21 dicembre 2014, giusto 10 giorni prima. Insomma problemi analoghi, ma modi assolutamente diversi di affrontarli. (VEDI QUI)
Per questo è gravissimo che Salvini abbia in parte giustificato, almeno a quel che sembra, il comportamento dei vigili romani. (VEDI QUI)
Probabilmente da novello autoproclamato leader del centro destra ha pensato bene di dover attaccare Marino, ma non si è reso conto che così facendo avrà forse guadagnato 83 voti tra i vigili romani, ma ha difeso la categoria del dipendente pubblico meridionale che è sempre stata vista dei leghisti doc come fumo negli occhi e ancor peggio ha avallato un modus operandi che è quanto di più lontano ci sia dalla tradizione e dalla mentalità padana. Non c’è da stupirsene, perché un po’ tutto il movimento leghista è da tempo in fase confusionale, anzi direi allo sbando, prova ne sia che Radio Padania l’ultimo dell’anno, mentre i vigili di Roma si ammalavano in blocco, ha trasmesso il discorso di Sando Pertini in contrapposizione alla brontolata di fine anno di Re Giorgio I. Se ne è avuta la spiacevole sensazione che volessero proporre una diversa idea di I-taglia, Pertini vs Napolitano, e per quanto anch’io ricordi con molta più simpatia quel vecchietto esile di Pertini rispetto al vecchietto spilungone attuale, è per me chiaro che l’unica soluzione è la secessione e non certo un diverso modello di I-taglia!
Ma lasciamo le nebbie nelle quali si sta perdendo la Lega e torniamo al Civic North rispetto al quale molti di voi saranno pronti a dirmi che non è più così neppure da noi, che anche qui oramai ci sono furbetti di ogni tipo e genere e lo stesso direttore pochi giorni fa ha avallato questa tesi. Anch’io concordo, però aggiungo che è logico che sia così ed aggiungo anche che è quello che l’I-taglia vuole! In un paese dove il furbo la fa sempre franca e dove l’incapace viene premiato è normale che anche il rappresentante del Civic North prima o poi si chieda perché deve continuare a far la parte del fesso che rispetta le regole. Se il modello che lo stato i-tagliano ci sta imponendo è quello della furbizia mediterranea o peggio levantina è logico che in molti tenderanno ad adeguarsi, alcuni per convenienza, altri solo per legittima difesa, alcuni lo faranno con gioia e a cuor leggero, altri per disperazione turandosi il naso.
In sintesi tutti noi presto o tardi ci chiediamo perché solo io devo comportarmi civilmente e fare la parte del fesso? È però una domanda trabocchetto, perché già tradisce un primo italico condizionamento delle nostre menti, infatti comportarsi civilmente non significa fare la parte del fesso, neppure in un mondo di furbi! Chi si comporta civilmente non è un fesso, non fa il fesso, almeno se si ha una mentalità padana, per carità non cadete in questo errore, è quello che l’I-taglia si aspetta da voi! Chi si comporta civilmente è un fesso solo agli occhi di un mediterraneo doc, in realtà comportarsi civilmente e perpetuare quel Civic North di cui parla Putnam significa oggi dare anche una precisa testimonianza identitaria, significa dire che noi siamo noi e loro sono loro non solo perché economicamente noi paghiamo e loro incassano, non solo perché noi abbiamo una cultura, una storia, una lingua e un paesaggio differente dal loro, ma anche e soprattutto perché noi abbiamo una mentalità diversa!
Quel maledettissimo posto per gli handicappati che io ho lascito libero e che probabilmente non è stato utilizzato da nessuno durante tutto il giorno non è un inutile spreco di spazio o una perdita di tempo, è in realtà una ferma testimonianza identitaria, è una prova provata della nostra identità, del fatto che noi siamo noi, una testimonianza che qui siamo in Padania! Personalmente sono contento di aver lascito vuoto quel posto anche se non è servito a nessuno, anche se ho perso tempo e son contento che tutti gli altri abbiano fatto lo stesso, significa che c’è speranza, già, finchè quel posto rimarrà libero e utilizzabile significa che c’è speranza e l’invito che faccio a tutti voi è quello di comportarvi civilmente. Sforzatevi il più possibile di farlo, non solo per il bene della vostra comunità, ma anche e soprattutto per dare una significativa testimonianza identitaria! Comportarsi civilmente non significa essere fessi come ci fanno credere, significa essere indipendentisti, significa testimoniare la nostra mentalità e dimostrare che non ci hanno ancora italianizzato, in alternativa, se preferite, siete liberi di prendere esempio da Cetto La Qualunque! Padania libera!
altri comportamenti da sesibilizzare.le strisce pedonali non sono state fatte perche’ avanzava della vernice bianca,fermiamoci sempre ,le sigarette si spengono nel portacenere della macchina e si buttano poi in qualche cestino. idem fazzoletti di carta carta delle caramelle gomme da masticare e varie.si vedono sempre di piu’ sui bordi delle strade sacchetti di spazzature,lanciati dalle auto in corsa .da quando si sta’ spandendo la raccolta porta a porta dei rifiuti ,pochi incivili ,sporcano e deturpano le nostre strade.denunciare e fotografare il tutto e’ un primo passo…
d’accordissimo con te, fai conto che son cresciuto con un padre che quando da piccolo facevo qualcuna di queste cose, tipo buttare una carta di caramella in terra, mi educava sgridandomi severamente e aggiungendo sempre: té, ‘n s’è mia a Napoli ché!!!!!
Temo che il problema spazzatura in ogni dove, come sollevato da Germano, sia molto più elevato da noi che in altri paesi (+) civili tipo CH, AUT, GER, UK etc.
Credo comunque, mio pregiudizio, che buona parte di chi getta monnezza per campagne, bordi strade etc., siano immigrati a la Renzi-Boldrin e d’antan (qelli di origini “ariose”, per dirla con Oneto). Gli stessi che rendono il traguardo dell’indipendenza Lombarda sempre più un miraggio, purtroppo.
Forse per questo Nextein dice quel che dice…
Sintetizza, altrimenti leggere diventa un peso.
Io rimango del mio parere, la gente del nord deve sforzarsi per uniformarsi ai comportamenti e atteggiamenti che i meridionali, da sempre, tengono nei confronti del sistema pubblico e dello stato delinquente.
Per quei comportamenti minimali, dettati dal buon senso e dalla cortesia, oltre che da una educazione urbana minima, nulla quaestio.
In sostanza, io non pago le tasse, ma rispetto quei regolamenti fondati sul buonsenso come il non parcheggiare nei posti per malati o handicappati.
Anche se so benissimo che anche al nord chi usa auto coi contrassegni handicap sono per l’80% gente perfettamente in salute che usa mezzi del nonno, della zia, o del parente davvero menomato.
Nel dubbio, mi astengo dal fare cazzate.
Ma le tasse non le pago e rimando a data da destinarsi.
Così mi va bene.
Non ho parlato di tasse, nè ho detto di assecondare tutte le ASSURDE regole della burocrazia italica, ho solo detto di comportarsi con senso civico, perchè ci avvicina alla Svizzera e ci allontana dall’I-taglia!!!
Sono d’accordo.