L’Ilva, messa sul lastrico anche dalle inchieste della magistratura italiana, è attenzionata dal governo Renzi, che con un decreto ad hoc punterà a nazionalizzarla, per la soddisfazione dei nostalgici del “panettone di Stato”.
L’Ilva è un’importante gruppo siderurgico, con sede a Taranto e funge anche da termometro economico per buona parte del territorio pugliese. Come va l’Ilva? “L’Ilva di Taranto sta affrontando una grave crisi e sono a rischio 8 mila posti di lavoro ovvero per i 5mila dipendenti diretti del siderurgico per i quali l’Ilva si accinge a chiedere la cassa integrazione a rotazione, e i 3mila dell’indotto la cui occupazione è in pericolo per la mancata riscossione dei crediti che le imprese appaltatrici avanzano dalla stessa Ilva”.
Finora, del tutto fuori mercato – soprattutto da quando è in amministrazione straordinaria – è andata avanti a contratti di solidarietà e casse integrazioni. Tranquilli… ora c’è il Jobs Act e Renzi ha detto che ci sarà presto la la fila di investitori pronti a riassumere i disoccupati dell’Ilva.
Ma chi se lo compera un bidone così.