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Le tradizioni dei confederati americani sopravvivono in brasile

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confederados_brasiledi MARIETTO CERNEAZ

C’è una cittadini, poco lontana da San Paolo in cui sopravvive la cultura dei Confederati americani, quelli che vennero sconfitti nella guerra di Secessione, negli primi Anni Sessanta dell’Ottocento. Ad Americana, questo il nome della località, vive una comunità figlia dei discendenti di 10.000 sudisti fuggiti in Brasile dopo la vittoria di Lincoln e del suo esercito.

Molti abitanti degli stati del sud, infatti, non erano contenti quando l’esercito confederato venne sconfitto, e così quando l’imperatore Dom Pedro II del Brasile ha iniziato a reclutare esperti coltivatori di cotone, che si trasferissero nella zona dell’attuale San Paolo, in molti hanno colto l’occasione al volo (nonostante lo stesso Generale Lee avesse scoraggiato l’abbandono degli USA). In quegli anni, la schiavitù era ancora legale in Brasile a quel tempo, mentre non lo fu più negli USA dopo la guerra guerra.

Molti emigranti tornarono nel giro di qualche anno negli Stati Uniti, ‘sconfitti’ da un ambiente e un clima che era totalmente loro estraneo”. La stessa cosa capitò, ad esempio, a molti emigranti veneti e lombardi. Comunque, quasi la metà rimasero in Brasile, creando una comunità che vive ancora oggi e che ha portato molte innovazioni in Brasile: dalla lampada a kerosene alle nuove tecniche per coltivare il cotone.

Oggi, i discendenti di quei Confederati cono circa 120.000 e se tutti loro sottolineano di non condividere le idee dei loro avi su schiavitù e razzismo, si dichiarano comunque orgogliosi delle loro tradizioni, con una grande festa annuale che celebra le loro origini.

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