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L’80% delle tasse dei bresciani è finita a roma

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NEVE-LOMBARDIAdi GIOVANNI ROVERSI*

Il clima della nostra Lombardia è variegato ma, escludendo la zona lacustre del Garda, sicuramente non mediterraneo. Non dovrebbe quindi dare scandalo la presenza della neve per le nostre strade durante l’inverno, quantomeno non dovremmo farci trovare impreparati quando questo evento atmosferico si manifesta come accade nel resto dell’Europa Centrale. Invece la recente nevicata ha di nuovo messo a nudo le problematiche della gestione del fenomeno, lasciando una lunga scia di inconvenienti, infortuni, disagi e disastri.

Qualche accorto contribuente lombardo (son sempre di meno quelli che lo fanno, purtroppo) potrebbe chiedersi: “Di chi è la responsabilità? Perché i soldi che verso in tasse non vengono utilizzati per prevenire questi disagi?”; la sua domanda sarebbe ancor più motivata magari dopo una visita nel vicino Canton Ticino, dove la neve non è temuta e le strade non son costellate di buche come un gruviera. Eppure i ticinesi condividono la stessa semenza di noialtri lombardi, non vi è stata nessuna mutazione genetica che ci ha portato a disinteressarci delle sorti del nostro manto stradale. Quindi, perché questi disservizi succedono solo da noi?

La risposta più logica e razionale viene dall’analisi di come vengono utilizzate le tasse dei contribuenti lombardi: Secondo una ricerca della CGIA di Mestre (associazione di categoria apolitica) solo il 9% di queste tasse finisce agli Enti locali (Comuni, Province e Comunità Montane), il 10% alle Regioni e il restante 81% è a disposizione dei galantuomini del governo centrale, di qualsiasi colore politico, con sede a Roma. Inoltre, il Centro Studi Sintesi si è preso la briga di analizzare le ultime quattro manovre finanziarie romane che hanno scombussolato la vita dei nostri bilanci comunali: in quattro anni i sindaci hanno mediamente perso il 43% dei trasferimenti da parte dello Stato centrale, con punte allucinanti del 70% come nel caso di Brescia, Lecco e Lodi (città lombarde evidentemente più smaniose di “stringersi a coorte” e di prepararsi “alla morte” di altre).

Quindi oltre l’80% delle tasse bresciane è finita a Roma, la quale ne trasferiva indietro una parte; di questa parte, lo Stato centrale si è ripreso gradualmente il 70%. Ma chiaramente non è compito dello Stato centrale occuparsi dell’emergenza neve che può colpire le comunità di Soprazzocco, Brescia o Milano, l’incombenza è furbamente delegata a quegli Enti locali così duramente colpiti dalle politiche restrittive italiane. Secondo le regole scritte da Roma per i nostri Comuni, ad esempio, gli appalti pubblici devono seguire particolari requisiti, finendo per creare un effetto perverso che porta certe ditte vincitrici ad utilizzare materiale di scarsa qualità o fare meno manutenzione, pur di fare economia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: strade dissestate e montagne di neve e ghiaccio rendono le nostre vie di comunicazione insicure creando danni all’economia quando va bene e all’incolumità personale dei contribuenti quando va peggio.

Nel mentre, in Svizzera, le tasse ed imposte vengono versate prima agli Enti locali (Comuni e Cantoni), successivamente alla Confederazione, la quale è di dimensioni simili alla nostra Lombardia. Fino a quando non si capirà che gli Stati funzionano meglio quando son di minori dimensioni e che la ricchezza prodotta dai contribuenti è meglio spesa quando meno si allontana da questi ultimi, continueremo ad essere considerati come periferia e le strade che quotidianamente percorriamo continueranno ad essere un vero e proprio pericolo per noi e per i nostri cari. La stessa radice è comune con altri problemi che spesso ci troviamo ad affrontare, come l’esondazione dei fiumi, ad esempio. 

*www.prolombardia.eu

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