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Lombardia, l’approvazione del referendum apre lo scontro con lo stato

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LOMBARDIA_ROSAdi STEFANO CRIPPA

Dopo più di cinque ore di dibattito il Consiglio Regionale della Lombardia ha votato a larghissima maggioranza (2/3 dei consiglieri), cosi come previsto dallo Statuto d’Autonomia, l’indizione di un referendum consultivo riguardante la richiesta di maggiori competenze legislative, quindi anche di quattrini, da parte della Regione Lombardia nei confronti del Governo centrale.

Il voto favorevole alla proposta di legge è arrivato, oltre che da tutta la maggioranza, anche dai nove consiglieri del Movimento Cinque Stelle e da un consigliere del PD, unico del suo gruppo ad aver votato SI’.

Questa ampia maggioranza va perfettamente nella direzione, ipotizzata dal Collettivo Avanti durante la sua prima convention svoltasi a Monza a fine gennaio, di una sempre maggiore “sovranizzazione”, intesa come presa di coscienza, sia delle istituzioni lombarde che della popolazione residente in Regione Lombardia.

Non dubito, ovviamente, che il governo centrale cercherà di impedire lo svolgersi del referendum sopra citato.

Il Governo centrale metterà ovviamente in atto la sua arma più micidiale per fermare il processo referendario: la Corte Costituzionale che da buon ramo dell’esecutivo difenderà gli interessi del proprio datore di lavoro rendendo incostituzionale la legge votata dal Parlamento lombardo.

Il Governo non ha paura tanto degli effetti giuridici di questa legge referendaria, in quanto il quesito proposto è molto blando e moderato, ma ne teme gli effetti politici.

Il Governo teme la presa di coscienza da parte dei cittadini della Lombardia, teme che si accorgano di essere speciali, teme che si accorgano che la loro Regione, malgrado tutto, è la più avanzata ed efficiente del paese, teme che si accorgano che è meglio che si governino da soli e teme più di ogni altra cosa che i lombardi si accorgano della rapina (il residuo fiscale, di oltre 54 miliardi di Euro all’anno) e delle violazioni dei propri diritti che stanno subendo da parte di un governo che si trova a più di 600 km di distanza.

Tutto questo emergerebbe nei dibattiti precedenti il voto referendario; se fino ad adesso il muro del silenzio ha retto, potrebbero finalmente scorgersi le prime crepe e il vento di un nuovo lombardismo, moderno e giovane, potrebbe spirare fra le menti assonnate dei lombardi. Questi potrebbero accorgersi di essere speciali e di meritare qualcosa di più rispetto a quello che hanno ora.

Con questo voto l’istituzione regionale ha fatto un passo avanti verso la riscoperta del suo ruolo principale cioè quello di interporsi fra i diritti individuali dei lombardi e il Governo centrale di Roma che, come ogni centro di potere lasciato libero di agire senza ostacoli, tende ad accentrarlo in pochissime mani dando, di fatto, il via libera alla formazione di una tirannia.

L’asticella dello scontro dovrà essere alzata, ne sono sicuro; l’autogoverno della nostra regione è in pericolo e rischia di essere risucchiato nelle sabbie mobili del centralismo che con la nuova riforma costituzionale il Governo generale tenta di imporre, ma “poiché il governo,” come ha scritto molti anni fa Alessandro Vitale, “è creato per l’utilità dei cittadini, esso deve essere soggetto alla loro supervisione, possibile solo con l’autogoverno, che si realizza nell’attribuzione di ciò che l’occhio di ciascuno riesce a sorvegliare direttamente.”

Questo referendum, per quanto moderato, ha dato inizio ad uno scontro il cui esito è incerto e che dipenderà fondamentalmente dalla volontà politica e dalla capacità dei lombardi e delle loro istituzioni di rendersi sempre più indipendenti da uno Stato che si è rivelato inadatto a difendere la vita, la libertà e il diritto alla proprietà degli uomini.

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4 COMMENTS

  1. Caspita che conquista!!!
    referendum per (sic!): esclusività su materie in cui la Regione è ora “concorrente” con lo Stato; ambiente, sicurezza del lavoro, protezione civile, gestione casse rurali e banche locali, il tutto previsto dall’art. 116 della costituzione degli invasori italioti.
    Peccato che il burattino toscano di Collodiana memoria stia abrogando l’art. 116
    http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlpres&leg=16&id=00647947&part=doc_dc-articolato_ddlc-art_a10ada116dc&parse=no&aj=no
    (Legislatura 16ª – Disegno di legge N. 3183
    Art. 10. (Abrogazione dell’articolo 116 della Costituzione)
    1. L’articolo 116 della Costituzione è abrogato..

    Per cosa si voterà allora?
    Forse per trattenere i 50 e rotti miliardi di euro che ogni anno derubano alla Lombardia?

    • Si vota anche per gettare un sasso nella palude lombarda. Creare un dibattito che renda i Lombardi edotti della rapina fiscale a cui soggiacciono – che non ha eguali al mondo. Sarebbe un passo avanti fondamentale visto che, credo, il 99% dei Lombardi non sa cosa sia il residuo fiscale, a quanto ammonti nel caso Lombardo, e cosa si potrebbe fare se il maltolto tornasse a casa.

      … Non sanno, ad esempio, che il costo totale di Pedemontana, BreBeMi e Linea 5 del metrò a Milano ammonta a circa EUR 10 mld, un mero quinto del furto fiscale a cui la nostra regione è annualmente (!) soggetta.

      Piantiamola di cercare il pelo nell’uovo e abbracciamo qualsivoglia iniziativa che possa smuovere gli animi (e soprattutto le menti).

      Lombardia libera e sovrana.

  2. Sono da’ccordo in toto, dubito solo della volontà dei governanti di sostenere lo scontro e di infiammare gli animi. per il resto la Lombardia è una polveriera sociale basta solo che qualcuno accenda la miccia invece di bagnare le polveri.

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