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Lega alla resa dei conti. e maroni molla subito il tosi destinato a perdere

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di GIANLUCA MARCHI

salvini tosi scontroCiò che sta accadendo nella Lega è quanto era prevedibile ormai da mesi. Tosi contro Salvini, Salvini contro Tosi: tutto era già scritto e l’occasione migliore per far esplodere il caso non potevano che essere le prossime elezioni regionali in Veneto. Si tratta di una vera chiave di volta per il Carroccio che, se dovesse mancare la rielezione di Luca Zaia a governatore, scivolerebbe in un caos generalizzato del genere di tutti contro tutti, ancora peggiore dello spettacolo a cui si sta assistendo in queste giorni e in queste ore, con riflessi negativi anche sul disegno e sull’operato dello stesso segretario federale.

Che il sindaco di Verona avrebbe puntato a mettere a rischio la rielezione di Zaia era stato scritto, anche dal MiglioVerde, alcuni mesi orsono. Tosi non ha digerito che Salvini abbia mandato sostanzialmente all’aria il suo disegno di candidarsi alle primarie per scegliere il leader del centrodestra (con quante possibilità reali di affermarsi rimane tutt’ora un mistero). E mastica doppiamente amaro perché la sua potenziale candidatura sarebbe stata una delle gambe dell’accordo siglato con lo stesso Salvini e con Roberto Maroni nel momento in cui quest’ultimo ha lasciato la guida della Lega per candidarsi alla Regione Lombardia. Accordo che prevedeva Salvini alla testa del movimento e Tosi appunto candidato alle primarie del centrodestra. Ma la rapida e travolgente ascesa personale del segretario federale ha fatto saltare quei piani, ammesso e non concesso che fossero stati concordati come vengono raccontati.

Nella sostanza si tratta di un mero scontro di potere che Tosi cerca di spacciare come l’ennesima intromissione dell’anima lombarda e prepotente della Lega negli affari del Veneto. Insomma, una storia che si ripete fin dai tempi dei rapporti di Umberto Bossi prima con Franco Rocchetta e poi con Fabrizio Comencini. Resta il fatto che Tosi, nonostante sia il segretario nazionale della Liga Veneta, da circa un anno sta lavorando per dare corpo a una sorta di partito parallelo alla Lega e ciò è avvenuto senza che da via Bellerio sia stata pronunciata una sola parola ufficiale. Ma ora che lo scontro da tempo latente si è alzato di tono fino a minacciare la posizione di Zaia, la situazione non poteva che sfociare in una vera e propria resa dei conti, che in un modo o nell’altro rischia di minare la posizione e il credito abilmente acquisiti da Salvini in un solo anno. Il nostro Gilberto Oneto ha suggerito al segretario federale di espellere immediatamente Tosi dalla Lega e questa resta probabilmente la soluzione destinata a minimizzare i danni. Vedremo cosa riserverà l’immediato futuro a cominciare dal Consiglio federale di lunedì prossimo.

In tutta questa vicenda, che comunque mostra l’evidente stato di sofferenza interna in cui versa la Lega, spicca il comportamento tenuto dal governatore lombardo Roberto Maroni, politico aduso a mollare disinvoltamente le posizioni tenute fino a un attimo prima nel momento in cui percepisce che rischiano di danneggiare la propria posizione personale. Inutile stare qui a ricordare episodi che fanno ormai parte della storia leghista e che l’hanno visto protagonista. Ma nel caso in oggetto è risaputo il sodalizio sempre esistito fra Maroni e Flavio Tosi, sodalizio che di certo ha consentito a Maroni di governare il movimento (quando ne è stato segretario federale) come meglio ha voluto, e che è stato ripagato con il sostegno del governatore lombardo alla prospettiva di Tosi candidato alle primarie del centrodestra. Tuttavia nel momento in cui tutto si è trasformato in uno scontro fra Tosi e Salvini, con il primo destinato a perdere la partita dentro la Lega, ecco che Maroni non ha esitato a prendere le distanze dal sindaco di Verona rifugiandosi dietro la difesa di Zaia. Fulmineo a mollare l’alleato per ergersi ancora una volta a salvatore della Lega. Molti leghisti della prima ora, sia quelli defunti fisicamente che quelli trapassati politicamente, si rivoltano nella tomba…

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3 COMMENTS

  1. L’idea di ritornare alla lega delle origini è un punto di riferimento per chiunque, in qualsiasi modo, sia stato o è leghista, la lega delle origini poteva avere un solo articolo nel suo statuto. L’articolo 1.
    La lega di Salvini, che parla solo di no euro, immigrazione, i-taglia, cosa è? cosa è diventata? questo progetto politico nella mente del segretario è un progetto definitivo in cui LEGA NORD e NOI CON SALVINI sono due elementi divisi e distanti, oppure il progetto del segretario ha lo scopo di creare il nuovo partito leader del centro destra e quindi attento agli interessi del meridione che necessariamente NON SONO GLI INTERESSI DEI PADANI.
    In sostanza quello che non è assolutamente chiaro è dove vuole andare Salvini, cioè se vuole fare un partito nazionale per curare meglio gli interessi Padani (cosa di cui dubito) oppure se vuole solo divenire il nuovo leader del centro destra.
    Questo passaggio è fondamentale anche per capire meglio la diatriba tra lui e Tosi, perché in fondo se anche dovesse vincere Salvini (come è probabile) che utilità avremmo in Padania da un partito chiamato Lega Nord che deve difendere gli interessi di rroma e c.

  2. .Mi chiedo quale deve essere il ruolo del gruppo di persone ,che si raccoglie attorno al Miglioverde,nel riguardo dei movimento leghista.
    Mi pare che Salvini ricerchi una nuova strada, vedi alleanza con Marine Le Pen, ben lontana dalle origini della Lega. Poi la lega ha presto degenerato diventando complice della Roma ladrona, che ha allegramente partecipato ai fasti e nefasti della Casta. Ieri ho letto da qualche parte che la Padania é costata ben 67 milioni di euro ai contribuenti.
    Ritengo si imponga una riflessione in questa sede ed suggerirei di ricominciare dalle idee di Gianfranco Miglio, visto che infondo queste pagine si chiamano Miglioverde.

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