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A roma con casa pound, ma contro il popolo sudtirolese

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Caro Direttore, riempiva davvero il cuore di nostalgia e di rammarico vedere tutta quella brava gente del Nord sventolare i propri vessilli identitari nella (culturalmente e moralmente) straniera piazza romana.

Mi sono chiesto cosa avrebbero deciso se il loro nuovo ‘conducador’ felpato li avesse interpellati sulla recente svolta italianista e nazionalista tricolore ma temo che quelli onestamente ‘padanisti’ non sarebbero neanche stati ascoltati. Non mi stupisce però che la grande stampa monopolista e le Tv di regime abbiano fatto da cassa di risonanza all’abbandono dell’indipendentismo da parte di un partito che nei suoi vent’anni d’esistenza ne aveva fatto la propria bandiera; buttata (questa sì!) velocemente nel cesso per rincorrere le rumorose bande sanfediste meridionali e i nuovi figli della lupa capitolina.

In quella piazza piena di contraddizioni, di fronte ad un palco dove s’esibivano furbizie levantine e camaleontismi, spiccavano fra gli altri i vessilli Trentino-Tirolesi. A 18 anni venni spedito di fronte al tribunale dei minorenni di Torino con l’accusa di attentato all’integrità dello Stato per un manifesto scritto a mano dove dichiaravo di voler sostenere la lotta per l’autoderminazione del Popolo Sudtirolese. Non ho mai cambiato idea.

Per questo, caro direttore, vorrei chiedere a quei militanti che presumo in buonissima fede, se non trovano assurdo d’essere stati arruolati in un fronte che unisce i notabili di via Bellerio e la starnazzante giovane italiana del partito di La Russa e Ghiglia con “Casa Pound italia”. Vorrei ricordare che “Casa Pound” organizzò non più tardi del 5 marzo 2011 un’imperialista marcia dei suoi camerati alla riconquista delle Terre Alpine di lingua tedesca al grido, sopraffattore ed oppressore, di “Bolzano è italiana”. Oltre che una bugia, la parola d’ordine rivela la vocazione tutta littoria di quel gruppo politico.

Al momento del dunque prevarrà l’identità del Popolo Sudtirolese o la così detta ‘sovranità’ all’insegna del “Roma doma”? E il partito salviniano-bossista con chi starà? Coi voti del Sud o con le sempre colonizzate Etnie Alpine?

Grazie per l’ospitalità,

Roberto Gremmo

storiaribelle@gmail.com

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4 COMMENTS

  1. Come fanno a dare del fascista a un partito il cui leader, Salvini, intervistato dalla Bignardi, ritiene che lo Stato venga dopo il cittadino, al quale lo Stato deve essere funzionale, e che apertamente si dichiara a favore del principio che sancisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Io, da parte mia, ritengo che abbiano tale diritto non solo le popolazioni che possono arrogarsi lo status di popolo ma, pure quelle di tutti i territori, sfruttati dallo statalismo centralista, che indipendentemente dalla lingua, dalla bandiera o dall’identità, si sentono in grado di governarsi benissimo da soli. Se le affermazioni di Salvini sono un sincero convincimento, è chiaro che il suo pensiero è solo parzialmente sovrapponibile a quello di Casa Pound e che gli aspetti comuni riguardano in sostanza la sicurezza e l’identità dei popoli italici, che anche a causa dell’immigrazione incontrollata (particolarmente quella musulmana) questo Stato e l’attuale governo non sono in grado di garantire.

  2. Caro Roberto Gremmo
    Grazie per quanto hai ricordato nel tuo articolo. Fortunatamente il Popolo Sudtirolese ha le spalle ancora grosse e la coscienza di essere un popolo che conosce la sua lunga storia, ha le radici nella sua cultura e nelle sue tradizioni . Chi la conosce questa storia non può che essere vicino ai sudtirolesi e sostenerli nel diritto all’autodeterminazione e questo nonostante la presenza di rozzi manipoli di rimbambiti dalla retorica patriottarda italiota che non hanno mai trovato il tempo i studiare e documentarsi. Questi si dichiarano orgogliosi di essere italiani senza essere in grado di spiegare il perché se non tirare fuori striminzite reminiscenze della scuola elementare. Si dichiarano orgogliosi di essere italiani e non conoscono nemmeno la lingua italiana per cui confondono lo stato con la nazione. Sono, in buona sostanza degli ignoranti granitici.

  3. Io sono del comitato di lotta di Via Baracca per l’indipendenza da quei bastardi di Corso Vittorio Emanuele. Solo che quei venduti del numero civico 23 vogliono l’autonomia e non si riconoscono nei nostri citofoni.
    Somo tutti dei venduti.
    Viva l’indipendendentismo, viva la lotta di Via Baracca fanculo ai cemtralisti di Corso Vittorio!!!

    • noi fai ridere per niente fascistella (o fascistello) italiana/o, lo sai che quelli come te una volta li buttavano nelle fogne?

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