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Zugo: il “paradiso fiscale” della svizzera, dove il cantone pare un’azienda

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ZUGOdi MARZIO BERNASCOTTI

Come sapete lo Stato tiranno ha diverse forme. Tra le forme che sembrano ai più accettabili c’è quella della Svizzera, all’interno della quale, la concorrenza tra i Cantoni produce anche effetti sorprendenti. Questa settimana ho avuto la conferma che piccolo è bello. Piccolo, in un  mondo più o meno libero, significa che le persone e le aziende votano facilmente con i piedi.

Scrivo queste poche righe perché voglio raccontarvi del Canton Zugo, il paradiso fiscale per eccellenza. Se la Svizzera fa incazzare gli statalisti e i parassiti all’estero, Zugo è il “male assoluto” degli statalisti svizzeri. A sentirli sembra che Zugo abbia solo una  fortuna sfacciata, sembra che il benessere sia caduto loro addosso per caro. Beh, cari lettori ho scoperto sulla mia pelle che non è così. Qualche mese fa abbiamo creato un’azienda in questo piccolo cantone della Svizzera centrale. Questa settimana ho partecipato a una serata organizzata dalle autorità locali per “accogliere” le aziende create nel cantone nell’ultimo anno. 

Non ci crederete ma ho assistito a un incontro degno di un’azienda privata all’avanguardia. Non è stata una serata solo d’informazione, è stata una serata dove la promozione del Cantone era presente ad ogni frase. Hanno venduto Zugo come un noto attore vende una marca di caffé. 

Tanto per cominciare il luogo di ritrovo non era una scuola o un’edificio pubblico, ma la sala conferenza di una multinazionale (immaginate se succedesse in Francia o in Italia!!!). Il presidente del governo prende la parola e comincia a vendere il suo prodotto, la crescita incredibile di aziende insediate negli ultimi 30 anni, la competitività del Cantone, la sana gestione finanziaria (hanno appena varato un piano di tagli di 100 milioni di franchi sulle spese per finanziare invistimenti nell’infrastruttura stradale): “Non vogliamo investire a credito, vogliamo avere i soldi per farlo”. Avete letto bene no?

A seguire un film di sette minuti su Zugo, sulla qualità della vita, sulla diversità culturale, sulla calma e la sicurezza. La serata prosegue con gli interventi di due direttori di multinazionali presenti nel cantone da 15 anni. Fanno l’elogio della facilità di dialogare con le autorità per discutere e risolvere qualsiasi problema: “Ora ho il passaporto svizzero – afferma l’intervenuto – ma sono di origini tedesche. Ve lo sognate di avere con le autorità di Stoccarda il medesimo facile accesso. Dovete mandare una mail”. Soprassediamo su eventuali commenti in merito all’Italia.

La parte ufficiale si conclude poi con l’intervento del responsabile delle relazioni con le aziende: Voi siete nostri clienti e intendiamo trattarvi come tali. Non siamo dei funzionari”. Lo ripete due volte e io mi ricordo improvvisamente che l’aveva sottolineato persino il presidente del governo. Poi presenta i suoi pochi collaboratori: “Non esitate ad avvicinarli all’aperitivo che seguirà, siamo qui per voi”. Ricorda poi che il suo team ha “100 anni di attività alle spalle nell’economia privata”. Di più: “Non siamo funzionari, siete nostri clienti e regolarmente visitiamo le aziende per capire cosa migliorare per consentirvi di lavorare al meglio. Ogni anno parliamo con 130 aziende per due ore. Dateci una mano a migliorarci ancora”.

Vi confesso che in quei 90 minuti ho capito perché Zugo è Zugo, e perché gli altri non lo sono. La verità è che in quella parte della Svizzera centrale, che ad alcuni piace definire, con un certo disprezzo, primitiva, hanno capito tutto e prima degli altri.

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5 COMMENTS

  1. La vera percentuale sulle tassazione aziendali e su come un pensionato viene tassato in base al suo reddito d’impiego..

  2. bello il canton Zug non lo è da oggi. Per me è proprio la frontiera vicina, con la facilità di farsi scappare colui che paga lo stipendio, che lo ha spinto a tagli drastici delle tasse (la ‘maledetta’ concorrenza fiscale)
    ed il risultato è davvero piacevole.

    per chi volesse saperne di più invito a leggere qui http://www.zug4you.ch
    e per chi volesse immigrarvi da semplice mortale è consigliabile partecipare alla fiera annuale con cui cercano d’attrarre nuovi arrivati.

    certo non sono tutte rose e fiori: un esempio sono le contravvenzioni non in cifra secca ma in proporzione al reddito del multato. Se io rompo faccio un danno e sono povero pago poco, se lo stesso danno lo fa un ricco paga tanto.
    Oppure i prezzi degli immobili che proprio qui raggiungono livelli molto più alti degli altri cantoni, proprio per la pressione immigratoria.
    Queste sono stonature, sbafature, che mi hanno fatto pensare che tutto sommato anche Zug alla fine non valesse poi così tanto la pena rispetto agli stati uniti o gran bretagna..

  3. Magnifico articolo, che ricalca in pieno l’esperienza che mi e’ stata riferita da imprenditori che hanno aperto aziende in canton Zugo.

    Anche qui in canton Vaud, dove vivo, c’è molta interazione tra pubblico ed imprenditori ed investitori privati, ma la differenza la fa come al solito la dimensione. Piu’ piccola e’ la comunita’ nella quale si agisce, e meglio le cose funzionano.

    Credo che questo articolo dovrebbe essere messo a disposizione anche dei lettori che non hanno sottoscritto un abbonamento a MiglioVerde. E’ un messaggio fondamentale quello che viene da questo articolo, che mette l’accento proprio sul motivo per cui la Svizzera e’ il paese magnifico che e’.

    Peccato che poche persone spendano tempo ed energie per capire come mai la Svizzera ha successo, e gli altri paesi confinanti ne hanno molto meno…

    Consiglio a tutti la lettura dell’ottimo libro “Swiss Made: The Untold Story Behind Switzerland’s Success” per capire meglio da dove arriva il successo della Svizzera:

    http://www.amazon.com/Swiss-Made-Untold-Switzerland%C2%92s-Success/dp/1846685869

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