Oggi, una delle tante notizie che riguardano l’economia reale, i posti di lavoro veri, non quelli a libro paga dello Stato. La prendiamo da “Il Tirreno”:
“Disponibilità al confronto su un piano di rilancio, inflessibilità sui numeri degli operai “non funzionali”. Restano 25 gli esuberi nei calcoli della San Felice Spa, proprietaria della cartiera di via Calabbiana. Nell’incontro con i sindacati all’Associazione Industriali, la dottoressa Anna Tacchini ha reso nota la disponibilità dell’azienda a costruire i presupposti per dare un futuro allo stabilimento di San Felice, in attività dal 1960 ma in crisi di ordinativi da circa quattro anni. Gli oltre cento dipendenti degli anni di maggior produzione si sono via via assottigliati. Lo scorso anno, dopo una faticosa trattativa sindacale, la San Felice Spa (presidente del consiglio di amministrazione è Alessandro Carrara) acconsentì a trasformare la richiesta di mobilità per 34 lavoratori in un anno di contratto di solidarietà e nell’accesso alla mobilità volontaria per un numero massimo di 20 dipendenti (a fine anno sono stati 14, ndr). Il ridimensionamento non sarebbe stato però sufficiente, perché il bilancio di previsione 2014 si è chiuso con un ulteriore perdita di 900.000 euro, e la proprietà ha aperto una nuova procedura di mobilità. Stavolta per 25 lavoratori, in vari comparti, che saranno licenziati dopo la fine del contratto di solidarietà, ovvero il 9 giugno.
Miracoli del Jobs Act! L’unica cartiera che funziona è quella di Draghi, che continua a stampare euro.