Nel precedente articolo ho descritto il triplice modo di agire dello lo stato i-tagliano: repubblica delle banane quando deve offrire servizi ai suoi cittadini, efficiente ed avido esattore quando si tratta di riscuotere, infine feroce e spietato persecutore dei suoi nemici.
Non c’è da stupirsi che lo stato sia duro nei confronti di chi ne minaccia l’esistenza, dei secessionisti in particolare, però è più difficile comprendere perché l’i-taglia debba essere necessariamente così esosa ed inefficiente, anche perché se non lo fosse di sicuro avrebbe molti meno nemici.
L’i-taglia non può che essere esosa, per sua natura, per il modo stesso in cui è nata: è il frutto dell’interesse di pochi, che hanno giustificato la loro azione sostenendo che dalle Alpi a Pantelleria vi fosse una nazione una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor, quando in realtà sappiamo con certezza che nel 1861 nel regno d’Italia, presunto “uno di lingua”, solo il 2% della popolazione sapeva parlare anche italiano. Per tagliare la testa al toro basti ricordare che i presunti patrioti aveva chiaro in mente che fatta l’i-taglia si dovevano fare gli i-tagliani. Ne consegue che lo stato i-itagliano non ha mai goduto di un vasto consenso popolare, è nato contro la volontà o nel disinteresse di buona parte dei suoi cittadini e di conseguenza in mancanza di una adesione spontanea al progetto ha cercato di risolvere il problema comprandosi il compenso popolare. Lo stato i-tagliano ha un disperato bisogno di soldi, perché con questi soldi, essenzialmente le tasse dei padani, paga, sovvenziona e mantiene vaste aree geografiche e determinate categorie sociali. Più soldi incassa, più consenso può comprare, e più consenso compra, più legittima la sua esistenza: pertanto non pensiate che le tasse possano calare, l’i-taglia per sua natura e per sopravvivere deve e dovrà essere sempre esosa.
A questo punto uno potrebbe chiedersi perché l’i-taglia debba comunque essere inefficiente, potrebbe essere feroce con i nemici, esosa con i suoi cittadini, ma per lo meno garantire dei buoni servizi come certi stati nordici. Per capire come mai l’i-taglia per sua natura debba essere anche inefficiente dovete ricordare che il consenso popolare, anche se profumatamente pagato, è volatile e quindi non impedisce la nascita di movimenti anti sistema, si pensi al Fronte dell’Uomo Qualunque e al Movimento 5 Stelle o addirittura secessionistici come la Lega negli anni ’90. Per garantire sé stessa l’i-taglia ha necessità di poter far affidamento su qualcosa di più stabile e sicuro, ha bisogno di tanti fedeli e solerti servitori dello stato pronti a difenderlo, ripeto tanti e soprattutto fedeli.
E come ci si può guadagnare la fedeltà di un persona? Facendola oggetto di favoritismi e questo spiega in larga misura perché i dipendenti pubblici hanno da sempre un trattamento di favore rispetto ai dipendenti privati. L’entità dei vantaggi di cui gli statali hanno goduto negli anni non è certo cosa da poco, basti ricordare che i dipendenti pubblici e solo i dipendenti pubblici hanno usufruito delle baby pensioni, 15 anni di contributi e poi in pensione a vita, magari a 40 anni, basti ricordare che solo i dipendenti pubblici di fatto non sono licenziabili, tendenza confermata di recente, dato che per loro non vale il Jobs Act, insomma non hanno bisogno di “tutele crescenti”…
Non crediate che questa sia una discriminazione da poco, perché ai sensi della loro costituzione tutti i cittadini dovrebbero essere uguali davanti alla legge, ma sopratutto questa discriminazione riguarda la tematica fondante della loro costituzione e della loro repubblica che come recita l’art. 1 della carta è fondata sul lavoro.
Ancora una volta qualche anima bella potrebbe obiettare che “qualche vantaggio” contrattuale non comporta l’inefficienza… Ancora una volta chiedo quale è il miglior modo per guadagnarsi la fedeltà e la riconoscenza di una persona? Farla oggetto di favoritismi, ma ancor più garantirle l’impunità, che è il più grande dei favori che si possono accordare!
Credete forse che lo stato si garantisca la fedeltà incondizionata dei suoi dipendenti punendoli severamente? Non punire uno statale lazzarone ed incapace è il più grande privilegio che lo stato possa concedere ed è evidente che il pubblico dipendente impunito sarà grato in eterno allo stato e sarà sempre pronto a difendere a spada tratta l’entità che fa di lui un privilegiato.
Esagero, più il dipendente è lazzarone ed incapace, più lo stato lo tutela, più il dipendente sarà fedele, con buona pace della qualità del servizio reso ai cittadini, ma come vi ho già spiegato allo stato non interessa la qualità del servizio, ma la fedeltà dei suoi uomini.
Sia chiaro che il mio non è un attacco ai dipendenti statali, non sto dicendo che sono tutti lazzaroni ed incapaci, perché ne ho conosciuti parecchi in gamba e volenterosi, ma sono proprio questi ultimi i primi a confermare le mie tesi: gli statali che si impegnano, lo fanno per senso del dovere e per loro indole, ma sanno meglio di me che il loro vicino di scrivania che non combina nulla di buono l’anno prossimo, nella peggiore delle ipotesi, sarà ancora lì, altrimenti sarà stato promosso!
Lo stato si comporta con i suoi dipendenti come un supermercato si comporta con i suoi clienti: sconti, offerte, 3×2, tessere fedeltà con premi e se mentre fai la spesa spacchi un barattolo di sugo, arriva un solerte commesso che rapidamente pulisce e ti mette in mano un altro baratto dicendoti con un bel sorriso “nessun problema, vada pure”! Bello essere impunti, vero? Il problema è che lo stato si comporta così non nei confronti dei suoi clienti, bensì nei confronti dei suoi dipendenti.
Eccovi spiegato perché l’i-taglia non può che essere esosa ed inefficiente, per un vizio di nascita, per sua natura ed è proprio per questa ragione che l’i-taglia non si può cambiare, si deve demolire ed eventualmente ricostruire su basi totalmente differenti. Ma una volta demolito tutto, perché far la fatica di ricostruire e rischiare di commettere qualche altro errore cui condannare i nostri discendenti per i prossimi 150 anni? Limitiamoci ad una grande Svizzera, dove ognuno di noi vive bene nel suo piccolo cantone. Padania libera!
Bisogna considerare alcune cose: in Svizzera c’è un dipendente ogni 60 abitanti, in Italia uno ogni 17.
In poche parole con la stessa percentuale Svizzera l’Italia dovrebbe avere 1 milione di dipendenti pubblici, invece ne ha 4/5 volte di più. D’accordo che l’Italia è più statalizzata, ma certamente almeno 1 o 2 milioni di dipendenti pubblici sono di troppo. Stesso discorso per quelle che io chiamo le “finte” pensioni (lasciamo perdere la false pensioni d’invalidità) ovvero le pensioni d’oro, la baby pensioni, le pensioni sociali, pensioni a chi versato poco o nulla rispetto a quanto percepisce in confronto al metodo contributivo.
Perchè accade questo? In parte per motivazioni economiche keynesiane (ampiamente fallite), la maggior parte dei dipendenti pubblici sono meridionali, prendono uno stipendio con tasse prelevate in Padania e spendono lo stipendio in Magna Grecia, facendo così campare il macellaio, il fruttivendolo, ecc. Il sogno di creare un economia dal nulla, sappiamo come stanno andando le cose. Ecco perché a nessuno (a parte a noi che sudiamo per vivere e paghiamo le tasse) interessa che il dipendente pubblico sia un fannullone, lui deve solo spendere per sostenere un economia inesistente.
Infine come ho già detto c’è il fenomeno del voto di scambio, io politico ti assumo se tu mi porti 10 voti. Ecco perché ci sono uffici pubblici inzuppati di dipendenti, sono elettori e per questo nessuno li toglie, se uno ci provasse ci sarebbe un immediata levata di scudi di politici e partiti.
Questo spiega anche perché la pubblica amministrazione sia poco informatizzata, usando computer o metodi di lavoro più rapidi sarebbe poi difficile giustificare la media del doppio del personale necessario per ogni ufficio pubblico.
Ottimo articolo: complimenti.
E’ vero quanto si dice: l’esistenza di lavoratori pubblici supertutelati, supercoccolati e ben pagati qualunque cosa accada, e di lavoratori privati in balia del mercato e per di più perseguitati dal fisco e dalla burocrazia è inaccettabile, e rappresenta una violazione clamorosa del principio di uguaglianza davanti alla legge.
Esistono due soli modi per risolverla definitivamente: trasformare tutti i dipendenti pubblici in dipendenti privati, oppure tutti i dipendenti privati in pubblici.
Nel primo caso l’Italia diventerebbe la prima potenza economica mondiale, nel secondo caso diventerebbe come la Corea del Nord.
Che dire , se non quello che direbbe una normale persona , con normale intelletto .
Condivisibile dalla prima all’ultima parola .
Ecco magari si potrebbe aggiugere che una maggiore consapevolezza da parte dei pochi o tanti dipendenti statali onesti potrebbe forse aiutare a cambiare le cose . Dico forse perchè sembra proprio un’impresa titanica .
Cordiali saluti da Aldo
In estrema sintesi : Trionfo della filosofia mediterranea !