Ci voleva in crollo di un pilone e l’isolamento di mezza Sicilia per far arrabbiare i madoniti. E quando i madoniti si arrabbiano danno il meglio di loro: è quanto sta succedendo negli ultimi giorni a Caltavuturo, piccolo comune madonita nell’occhio del ciclone, situato a metà strada tra gli svincoli autostradali di Scillato e di Tremonzelli, più isolato che mai.
Da Caltavuturo passerebbe la via più breve per ricreare il collegamento interrotto con la chiusura del viadotto, ma è proprio la strada che dovrebbe accogliere il flusso di traffico ad essere completamente inagibile, crollata e chiusa da tempo, ormai inesistente. Ed è così che un gruppo di cittadini di Caltavuturo, tutti volontari e guidati da alcune imprese che stanno mettendo a disposizione uomini e mezzi a titolo gratuito, si è messo al lavoro per costruire un percorso alternativo che eviterà agli abitanti della zona ma non solo di percorrere tortuose e lunghissime strade di montagna per andare da una parte all’altra dell’Isola. La nuova via, che i volontari stanno mettendo in piedi dal niente sistemando una vecchia strada di campagna, porterà dal bivio di Scillato a Caltavuturo, da dove si continuerà sulla statale 120 per Tremonzelli, allungando di soli 20 minuti il normale percorso.
In essenza di un apparato politico incapace almeno al momento di trovare risposte soddisfacenti al momento dell’emergenza, è stato necessario che un gruppo di cittadini mettesse in campo il proprio impegno, la propria tenacia e il proprio sudore, rimboccandosi le maniche per il bene della collettività. Si perchè la strada non sarà solamente a loro disposizione, come tengono a ribadire, ma consentirà di sbloccare una situazione di emergenza sostanzialmente in stallo dal momento del crollo del pilone sul viadotto Imera, evitando le Alte Madonie.
Intanto i lavori proseguono, e nella giornata di martedì il cantiere della pista di terra battuta era già avanzato fino al fiume di Scillato. Purtroppo peró si riscontreranno alcune difficoltà all’altezza del fiume himera, che dopo le abbondanti acque e l’incuria ha eroso gran parte della sponda adiacente alla strada causandone lo smottamento, per il quale è già intervenuto il Primo cittadino di Caltavuturo per l’ottenimento di un immediato nulla osta che consentirà di ripristinare il percorso del fiume e riparare lo smottamento.
Col benestare fattivo di Cosa Nostra.
Si, perché se la mafia non acconsente lì non si muove un sasso.
La differenza tra mafia e stato la si vede in queste cose.
finiranno tutti inquisiti e condannati?
e il genio civile e militare? Inutili entità statali…