L’indagine dell’Istat “Urbes 2015” sul benessere nelle citta’ italiane segnala come la dicotomia tra Centro-Nord e Mezzogiorno che caratterizza il Paese si ritrovi anche a livello urbano: al Nord abbiamo realta’ urbane con cittadini piu’ ricchi e longevi, ma qualita’ dell’aria e’ migliore al Sud. Tuttavia, accanto a maggiori criticita’ e ai ritardi, tra le citta’ meridionali emergono anche casi che evidenziano dinamiche positive e potenzialita’ su cui investire. Differenziali negativi si osservano nelle condizioni materiali di vita e nell’occupazione, ma toccano anche elementi che vanno dalla speranza di vita ai livelli di scolarizzazione, dalla conservazione del patrimonio edilizio alla ricerca e innovazione, dalla diffusione del non profit alla dotazione e fruizione di servizi come quelli culturali o per la prima infanzia.
La speranza di vita alla nascita, che vede l’Italia ai primi posti anche tra i paesi europei, continua ad aumentare, raggiungendo nel 2013 84,6 anni per le femmine e 79,8 anni per i maschi. Il Mezzogiorno presenta una situazione complessivamente meno favorevole, con alcune significative eccezioni (Bari, Cagliari): la vita media e’ piu’ breve, 79,2 anni per gli uomini e 83,9 per le donne, contro valori di circa 1 anno piu’ alti al Nord. Valori della speranza di vita piu’ alti si riscontrano a Firenze, Bologna, Bari e Milano (con livelli superiori a 80 anni per i maschi e a 85 per le femmine); piu’ bassi a Napoli, Palermo e Catania (maschi sotto 79 anni e femmine sotto 84 anni). Tranne che nella partecipazione alla scuola dell’infanzia, per tutti gli indicatori si registra un netto svantaggio del Mezzogiorno rispetto al Nord e al Centro.
La quota di diplomati e’ del 51,4% nel Mezzogiorno rispetto al 63,1% del Centro e al 60% del Nord. Analogamente la quota di persone di 30-34 anni che hanno conseguito un titolo universitario e’ del 26,4% al Centro, del 23,9% nel Nord e solo del 20,5% nel Mezzogiorno. Il divario piu’ forte si riscontra pero’ per la quota di giovani che non studiano e non lavorano (Neet) che si attesta, nel 2011, al 31,4% nel Mezzogiorno rispetto al 15,2% del Nord e al 19,2% del Centro. La qualita’ dell’aria nelle citta’ e’ in miglioramento, anche se il grado di inquinamento resta elevato. La situazione di criticita’ persiste soprattutto nei comuni capoluogo del Nord, da un lato per la presenza di maggiori fonti di inquinamento (piu’ elevata densita’ abitativa e industriale), dall’altro per la posizione geoclimatica (in particolare in Pianura padana) che non favorisce l’attutirsi di questi fenomeni. Nel 2012 le citta’ metropolitane con il piu’ alto numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10 (50 mg/m3) si trovano nel Nord e sono Torino (126), Milano (81) e Venezia (74).
Tra i comuni capoluogo del Mezzogiorno si distingue Napoli con un numero di superamenti pari a 120. Firenze, Roma e Bari sono i comuni capoluogo con il trend migliore tra il 2004 e il 2013. Se gli omicidi e le rapine denunciate si caratterizzano per un’incidenza superiore alla media nazionale nelle regioni del Mezzogiorno, nel caso dei furti in abitazioni e di quelli con destrezza sono il Nord e il Centro a presentare i livelli piu’ elevati. Per i furti in abitazioni, invece, sono cinque citta’ del Centro-Nord a collocarsi sopra la media nazionale, nell’ordine: Torino, Milano, Bologna, Firenze e Venezia, con un trend piu’ accentuato a Bologna e Firenze.
Non serve l’istat per dimostrare che l’italia non esiste, basta osservare i fatti per capirla.
Se esiste e’ solo per farci pagare e le tasse e le multe.
Sim sala bim