Il socialismo, anche quello del terzo millennio, è ineguagliabile nel redistribuire la miseria. L’ultimo degli epigoni, in tal senso, è Hugo Chavez, il cui lascito politico è stato prontamente ereditato da Nicolas Maduro, che ultimamente si è pure vantato di assomigliare a Stalin.
Il Venezuela è un paese allo sbando. Finita la cuccagna petrolifera (grazie alla quale s’è arricchita solamente la casta di potere), il declino sta devastando la popolazione: mancano i beni di prima necessità, l’inflazione cresce quasi a tre cifre, la sicurezza non esiste, il potere d’acquisto viene frantumato quotidianamente. Nei supermercati del pueblo ci vanno perlopiù i “chavisti” a raccattare quel che si trova, e quando si trova. negli altri supermercati, diventati il regno dello scaffale vuoto, ora mancano persino le borse della spesa.
Guardate le fotografie, si tratta di un avviso esposto dalla dirigenza di un supermercato. Che dice? Questo, in sintesi: “Siccome c’è scarsità di materie prime, i nostri fornitori non ci forniscono borse di plastica. I clienti sono pregati di portarsi da casa sacchetti, cassette, contenitori vari per infilarci la merce acquistata”. Ovviamente, alla fine del foglietto si scusano pure per il disguido causato. Avvisi come questo, sono stati resi pubblici su Twitter dai cittadini stessi, in diversi Stati del Venezuela, in primis Carabobo, Aragua, Apure e Mérida.
Com’è che diceva Chirchill? Ah sì: “Il vizio inerente al capitalismo è la divisione ineguale dei beni; la virtù inerente al socialismo è l’eguale condivisione della miseria”. Hasta la miseria… siempre!
Ma non esplode una bella rivoluzione da quelle parti?