Girovagando lungo la penisola in crescita, capita quasi quotidianamente di imbattersi in notizie tipo questa:
“Tanto tuonò, che piovve: l’ennesima mazzata lavorativa per la Val Taro e le terre alte della montagna parmense. E’ ufficiale – scrive Repubblica – la cessazione di tutte le attività produttive dello stabilimento di Borgotaro, dal 20 luglio prossimo, 128 lavoratori, già tutti per altro in cassa integrazione straordinaria, entreranno nelle spirali della mobilità, “con almeno 12 mesi di sostegno pubblico per i messi in mobilità più giovani”. La notizia ufficiale è arrivata qualche giorno fa dalla sede della Confindustria di Sassuolo, ad opera dei dirigenti del Gruppo Kale e i funzionari di Confindustria (la famiglia e gli azionisti erano assenti, cosa che ha messo subito in sospetto i presenti), dopo una convocazione d’urgenza: una vera doccia fredda per i sindacati, che, solo due mesi fa, avevano ottenuto ampie rassicurazioni di un piano industriale di rilancio, basato su terzisti e su una rinnovata spinta tecnologica di Borgotaro”.
Piovve? No, piove… governo ladro!