Mi ero ripromesso di non commentare più le vicende della Lega Nord perché pensavo che ormai fosse stato detto di tutto e di più e nulla potesse essere aggiunto ad una vicenda politica miserevole. Anzi è una vicenda, quella della Lega, che, almeno personalmente, fa salire abbondantemente la bile perché inevitabilmente comporterà un superlavoro aggiuntivo al movimento indipendentista per potersi affermare presso il pubblico più generale.
Ma una telefonata di un amico, reduce anche lui del Vietnam leghista dopo vent’anni di militanza, e che difendeva timidamente Bossi a fronte dello spettacolo ripugnante della Pontida 2015, mi ha dato qualche spunto di riflessione che volevo condividere per discuterne con i lettori del Miglio Verde.
Inoltre la rapida evoluzione del quadro politico caratterizzato da una altissima astensione elettorale (in Toscana quasi il 50%, pensate che fino a 10 anni fa dalle mie parti votavano anche i moribondi), il deteroriarsi ulteriore dell’economia, l’affermazione della Lega Nord diventata partito egemone della destra e vera erede del Movimento Sociale Italiano (sic), l’impressionante ondata immigratoria dall’Africa patrocinata nell’ottica di una Terza Guerra Mondiale e della supremazia globale, il fallimento apparente dei movimenti indipendentisti quando questi si presentano alle elezioni, sono tutti ingredienti che rendono necessaria una franca riflessione politica. Riflessione politica che, per quanto ci riguarda, non può partire dall’osservare le miserrime immagini pervenute ieri da Pontida. Personalmente vederle mi fa lo stesso effetto di guardare le immagini della sonda New Horizons quando invia foto da Plutone sulla Terra da decine di miliardi di chilometri di distanza.
Dopo anni e anni di intenso lavoro, a Pontida, è nata finalmente la famigerata Lega italiana che altro non è che l’ectoplasma del Movimento Sociale di Almirante : sul pratone si sono avvicendate le delegazioni di Caltanissetta, Napoli, Roma, unite dal “sacro” sentimento di salvare l’Italia e gli italiani posti innanzi al pericolo immigrazione. Il prato della fondazione della Lega Lombarda è stato alla fine violentato dalla presenza dei suoi principali nemici: una celebrazione a base di babà, cannoli, trikke trakke e chi più ne ha più ne metta. Al di là di tutte le considerazioni che si possono fare, a Pontida si è consacrato l’ennesimo trionfo del Sud sul Nord, ed è stato meschino osservare che neanche c’è stata la volontà, il pudore, la dignità, di togliere a certi soggetti questa ultima e definitiva soddisfazione, che rappresenta non solo la totale sconfitta politica (che è avvenuta molto tempo fa), e una resa senza condizioni, ma che ora è anche la svendita di una bandiera, di un ideale.
Non che io sia un sostenitore dell’immigrazione, anzi, vedo nell’immigrazione un pericolo concreto che non riguarda solo qualcuno ma tutta l’Europa, complessivo bersaglio. Ma questo problema è una questione che va risolta a livello europeo e certo non deve essere monopolio di un partito singolo, neanche di un singolo territorio, anche se è ovviamente lecito per ogni formazione esprimere la propria opinione in proposito. La Lega odierna, in perfetta malafede, invece ha strumentalizzato questo argomento per fare una volgare operazione di involuzione politica oltre che di marketing elettorale. In sostanza il ragionamento è stato che visto che ci sono gli immigrati, è giusto stringersi “a coorte” intorno all'”Italia, a Roma, al tricolore”, abbandonare la secessione, il federalismo (mi verrebbe da dire : e che c’entra con gli immigrati?), visto che “siamo tutti italiani”.
Affermazioni che fanno rabbrividire ogni persona che abbia creduto nella Lega degli albori, o che, più semplicemente, abbia in astio l’Italia. Sarebbe come dire che, siccome ci sono gli immigrati, lo Scottish National Party o lo Sinn Fein dicessero che è giusto riconoscersi nell’unità nazionale inglese. Sarebbe come se Artur Mas inneggiasse all’unità politica con Madrid, perché ci sono i rifugiati negli Hotel a spese di tutti.
Si, va bene, Salvini, a parole è con la Russia di Putin ma poi è un sostenitore dell’Italia unita, creazione dell’Inghilterra e ora sostenuta politicamente dagli USA e dal patto atlantico : un po’ come dire di essere tifosi della Fiorentina e poi andare in curva della Juventus. Il ragionamento corretto ovviamente è questo: “Siamo contro l’immigrazione senza regole, ma siamo ancora di più contro lo Stato italiano che con la sua corruzione ed incapacità ha provocato tutto questo”. E poi, detta fra noi, personalmente ho leggermente più simpatico un immigrato di un forestale calabrese, o di un meridionale (o di un padano o di un toscano per carità) nella pubblica amministrazione, o di qualcuno che percepisce, magari, la pensione di invalidità falsa : almeno quello viene per lavorare. Ho più simpatico un immigrato perché, a volte, vuole integrarsi sul serio e magari si informa sugli usi e costumi del territorio dove abita. Tempo fa, pensate, mi telefonò un ghanese che voleva gli spedissi delle pubblicazioni sulla gorgia toscana perché era interessato a capire questo nostro aspetto linguistico visto e considerato che abitava qui. Poi, però, magari vedi napoletani o siciliani che dopo 40 anni che stanno in Toscana neanche hanno imparato una nostra parola con voluta ed ostentata strafottenza. Gli immigrati contribuiscono all’economia per svariati miliardi di euro; da Roma in giù, invece, col “chiagnea e fottea” ci fregano sessanta miliardi e passa di euro ogni anno. Compresa la ormai scalcinata Toscana che contribuisce con cinque forse sette miliardi di euro alle spese pazze, a rotta di collo, dei nostri “fratelli italiani” accolti a braccia aperte (e forse anche con qualcos’altro aperto..) a Pontida.
Tutti adesso fanno a gara ad ignorare che il Nord e il Sud sono realtà totalmente inconciliabili, lontane anni luce come cultura, usi, costumi. Lontane sideralmente nel modo di intendere la famiglia, il lavoro, l’amicizia, la religione. Lontani nella storia, e fuse insieme, controvoglia, col superattack velenoso del Risorgimento. Firenze è vicina culturalmente a Palermo alla stessa maniera di come potrebbe esserlo con Varsavia. Ribadire che il Sud vive alle spalle del Nord da secoli ormai, e che non ha nessun interesse che la sua vacca da mungere (che ormai di latte, per fortuna, non ne ha quasi più) abbia coscienza politica, è dire la semplice verità. Parliamoci chiaro, se le “regioni” con residuo fiscale attivo fossero indipendenti per il Sud sarebbe uno shock economico gravissimo: e questo Roma, lo Stato italiano, lo sa e usa proprio il Sud come massa biologica, e anche come massa armata, per metterci il coltello alla gola. Pochissimi meridionali, rarissimi, sanno che solo col tempo il Sud beneficerebbe dell’indipendenza: inizialmente sarebbe un bagno di sangue ed è questo che molti temono di più.
Il mio amico, dicevo, al telefono però difendeva Bossi perché “ha avuto l’ardore” di mettersi a bofonchiare contro questa deriva italianista e meridionalista di Salvini. Ma Bossi è stata la causa di tutto ciò. Ha creato scientemente le premesse affinché tutto ciò diventasse realtà.
Ma vi confesso, per certi versi per me quest’uomo è un mistero. Preciso la mia quasi totale condivisione degli ideali, almeno a linee generali, della Lega originaria bossiana, al netto dei retroscena che dovevano esserci dietro, che non conosco visto che ero molto giovane. Precisando anche che, da toscano, maldigerisco l’idea geografica di Padania perché la Toscana non ne è ovviamente inclusa: mentre se si parlasse, più semplicemente, di Nord produttivo, di residuo fiscale attivo, di Longobardia Major, di civiltà comunale e civica, di Mitteleuropa tout court, sicuramente la Toscana, invece, ne sarebbe inclusa. E credendo, inoltre, che alla Toscana convenga di gran lunga sia politicamente che economicamente perseguire una strada autonoma ed indipendente dal Nord padano (pur essendone amica ed alleata, ovviamente: ci mancherebbe altro che fossimo i lacché degli zozzoni greco-romani).
Mi chiedo, però, cosa sia mai successo in seguito alla proclamazione della “secessione” del ’96. La “secessione” sul Po del ’96, diciamolo, fu una grande manifestazione politica di insofferenza, di voglia di libertà, contro l’Italia, la più grande mai organizzata. Il Nord (compresa la Toscana) ha sempre avuto problemi nell’essere organizzato politicamente per difendere i propri interessi, ma qualcuno, allora ci stava riuscendo. Eravamo lì sul trampolino pronti a tuffarci in un mare. Nel mare ci sono le onde, la risacca, insomma i pericoli e solo un incosciente non poteva saperlo. E certo, ad ogni azione corrisponde una reazione, e la reazione dello Stato italiano non si sarebbe fatta aspettare: ma ormai eravamo in pista perché non continuare a ballare?
La mia ipotesi, quella più semplice, è che Bossi sia stato minacciato, e duramente, e allora si è accorto di aver innescato un meccanismo più grande di lui. Si è reso conto con mano che certi italiani non sono solo ladri, corruttori e cialtroni, ma anche sono degli assassini feroci e disumani (in Sudtirolo ne sanno qualcosa), che non si fanno scrupoli ad allearsi con la criminalità organizzata (meridionale, che quindi nutriva antipatia di default per la Lega). Ha inoltre probabilmente constatato di non essere un grande condottiero, come diceva, e di non essere un vero leader. Bossi non fu il nostro Mosé, ma divenne il nostro Caifa. Scoprì di non avere le palle come Bobby Sands. E poi il concetto del “tengo famiglia” doveva assillarlo : come rinunciare alle prebende che proprio lo Stato italiano gli procurava, per invece finire in una galera o peggio in una tomba? Siamo mica fessi?
E quindi proprio lui, che non credo fosse così stupido da non immaginarlo, si calò le braghe a fronte delle ampiamente prevedibili ritorsioni della meschina feccia mafiosa. Ma è questo il mistero, perché non bisogna essere particolarmente intelligenti per capire che era inevitabile: chi aveva creato la Lega Nord, chi aveva creato la “secessione” sul Po, avrebbe dovuto accettare anche l’idea del martirio. Bossi doveva mandare la propria famiglia all’estero e aspettare il “plotone d’esecuzione” : sarebbe stato curioso vedere come l’Italia avrebbe giustificato al Mondo il suo incarceramento o altre ipotesi peggiori. E sopratutto sarebbe stato interessante vedere come il Nord avrebbe reagito.
Questo doveva fare Bossi se era un vero condottiero. Se no non doveva iniziare nulla, se era conscio di essere un nulla cosmico : ed è quindi totalmente inutile che ci si esalti se ogni tanto spara qualche (timida per altro) frecciatina verso la conduzione politica di Salvini.
Poi il resto è venuto da se: l’alleanza con Berlusconi, le infiltrazioni da parte dei servizi, la deriva a destra, il “dai, perché no, facciamo entrare i fascisti che aumentiamo i voti”, abbasso gli immigrati e infine perfino “viva l’Italia” per suggellare l’entrata a testa alta della Lega nel sistema politico italiano.
La lontananza della Lega italica dagli interessi del popolo è drammatica, e confermata dal fatto che ora come ora ha una marea di voti (dovuti al problema immigrati, come dicevamo) ma paradossalmente meno militanti di prima, come mi ha assicurato qualche “gola profonda” ben informata. Prima c’erano più militanti e meno voti. Conclusione ? Che oramai i “nordici” sono dei lobotomizzati della TV : più sensibili alle comparsate urlate di Salvini nei talk show, e alle felpe fashion, piuttosto che a ragionamenti politici sensati e articolati. Ormai non serve più fare attività per strada, basta stare nei salotti di Barbara d’Urso e sfruttare bene i social. La secessione è stato il più grande argomento politico degli ultimi trent’anni buttato alle ortiche con palese incapacità e malafede. Tutto causato da Bossi che poi, ciliegina sulla torta, si è anche ammalato (ma questo, almeno, non è colpa sua) lasciando in balia dei piranha tricoloruti anche il pur tenue barlume di federalismo.
Bisogna anche dire che la Lega è stata influenzata, anzi permeata, dalle dottrine berlusconiane del partito “azienda”, dove nei bilanci uno più uno fa due, e ad ogni elezione si devono portare risultati migliori ai precedenti, più eletti delle elezioni precedenti, più stipendi delle elezioni precedenti. Considerazioni sbagliate, allorché un partito indipendentista o autonomista, dovrebbe essere molto diffidente nel presentarsi ad elezioni generali nazionali, e si dovrebbe limitare a confrontarsi nelle elezioni locali. I finanziamenti per la propria legittima attività dovrebbero arrivare solo esclusivamente dai contributi liberali della società civile del proprio territorio, la quale dovrebbe avere la necessità e la volontà di liberarsi dal giogo dell’Italia.
Invece “il” Bossi ha traghettato volutamente la Lega verso Roma: più consigli d’amministrazione, più poltrone, più Italia. Contesti l’Italia e poi prendi i soldi da Roma? C’è qualcosa che non mi torna. Da questa filosofia nasce la Lega di Salvini che ha scommesso tutto, con una oculata scelta di marketing, la propria offerta politica sull’argomento dell’immigrazione, argomento che ovviamente esaspera la gente, agganciandolo , essendo espressione del sistema, all’ammuffita unità d’Italia che va contro, però, gli interessi del Nord (anche sul tema dell’immigrazione).
L’amarezza consiste nel prendere coscienza del fatto che la gente, ancora una volta, sarà sedotta ed abbandonata anche a questo giro: la Lega Nord si guarderà bene di fare qualcosa contro gli immigrati, perché questi sono l’origine dei suoi voti, delle sue poltrone e dei suoi bilanci a gonfie vele. Oltre agli immigrati cosa ha da proporre la Lega? Abolizione della Legge Merlin? Di fronte a questo vuoto spinto prende coscienza l’opinione che resta da lavorare molto per ricreare una verginità indipendentista, fermo restando che abbiamo a che fare con la nostra gente che è un pò “durina”, ossia non parecchio sveglia, parecchio lobotomizzata e molto masochista (questo è innegabile). Ma neanche, e qui spezzo una lancia a loro favore, viene data una possibilità, una opportunità, di fronte ad un panorama politico italiano dove il soggetto più sano ha la lebbra e la Lega ha la rogna 7.0.
La gente non sa più dove sbattere la testa, e dopo averla sbattuta tanto è anche in stato confusionale : in provincia di Pisa, pensate, hanno eletto un omonimo ultrasettantenne di Salvini pensando che fosse lui. In Consiglio Regionale della Toscana probabilmente questo clone di Salvini si sentirà allo stesso modo della cagnetta Laika quando fu spedita in orbita dai russi sulla navicella Sputnik: e naturalmente per la Toscana le ricadute saranno pari allo zero assoluto, mentre dovremo pagare a lui e ad altri miracolati della politica italiana stipendi di quasi diecimila euro al mese.
Se poi la possibilità di cui dicevo non viene colta non sarà più un nostro problema, e lo dico per quando qualcuno ci valuterà storicamente.
Il mio appello, reiterato, a tutte le forze, ai movimenti, è quello di continuare ad impegnarsi a testa bassa senza cedere alla tentazione di mollare la spugna di fronte agli inevitabili scogli e difficoltà incontrate, sia organizzative che politiche. Certo il risultato in Veneto non è stato lusinghiero (ma neanche eccessivamente disastroso), e a mio parere non bisogna cedere all’impostazione mentale del “tutto e subito”. Siamo, elettoralmente, l’un percento, il due? Chissenefrega. Ci vorranno anni ed impegno, affinché nasca finalmente un nuovo germoglio. Ci vorranno certi sovvertimenti degli equilibri internazionali, e quelli certo non dipendono dalla nostra volontà. Ci vorrà tutto l’impegno per andare a pescare tutti coloro che non votano e sono giustamente disgustati. E sommessamente faccio presente che una elezione regionale non è la stessa cosa di un referendum indipendentista anche a livello di astensionismo.
Iniziamo a pensare, come più volte detto anche su queste pagine, ad un nuovo contenitore politico generale (ma solo su base padana e toscana) che però rispetti come fosse un sacramento le identità di ogni territorio. Pensiamo se sia meglio presentarsi alle elezioni regionali (o addirittura nazionali) invece che puntare tutto su comitati comunali per l’indizione di referendum indipendentisti (io preferisco la seconda). Anche perché il fallimento dell’Italia è una cosa che richiederà solo del tempo, perché è nell’ordine delle cose e prevedibile.
E parafrasando Winston Churchill al momento del suo insediamento come Primo Ministro aspettiamoci “lacrime e sangue”. Solo dopo arriverà, forse, la vittoria.
Termino con una nota di colore: tempo fa si è iscritto a Toscana Stato un signore che lavora in Germania per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). La prossima volta che lo vedo gli chiederò di mandare un messaggio radio agli alieni chiedendo che ci vengano a liberare. E allora, forse, dopo lo sbarco di ET, la Lega si trasformerà in “Lega Mondo”, comprendendo anche gli immigrati, al grido “siamo tutti terrestri”. Che tristezza!
*Toscana Stato