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Prina, dimenticato dagli storici per il timore di rivolte contro lo stato

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“Dico subito che le ribellioni della storia mi hanno sempre interessato. E’ la vendetta che i popoli angariati e sfruttati ogni tanto si permettono; e allora scorre il sangue riparatore”. E’ Romano Bracalini che parla, storico, giornalista ed editorialista del MiglioVerde, ora autore di “Prina deve Morire”.

E Prina rientra in questo caso? E’ il caso tipico del gabelliere spietato e senza scrupoli che aveva esasperato il popolo, il quale popolo alla fine glie l’aveva fatta pagare nel modo più esemplare, scaraventandolo dalla finestra del palazzo Sannazzari, in piazza San Fedele,dove aveva sede il ministero delle finanze e dove il ministro Prina aveva un suntuoso appartamento, mentre il popolo milanese moriva di fame”.

Oggi, Palazzo Sannazzari non esiste più. “Il popolo milanese lo prese d’assalto alla ricerca del Prina e lo devastò. Il governo decise più tardi di abbatterlo per allargare piazza San Fedele, allora molto più piccola di oggi, e per cancellare lo stesso ricordo del linciaggio del Prina”.

“Ma l’argomento spiega Bracalinimi aveva interessato anche per il motivo che gli storici d’oggi, come quelli del passato, erano unanimi nel condannare la ferocia del popolo insorto; e tutti a fare invece gli elogi del Prina considerato un ministro e un economista di grande valore. Un uomo così preciso e meticoloso che si dice facesse stirare anche le mutande”.

Quindi? “Ne ho dedotto che gli storici ufficiali condannavano il moto milanese per scoraggiare in futuro qualunque tentativo di attentare alla integrità dello Stato. Qualunque ribellione contro lo stato tassatore doveva essere condannata. Ho passato in rassegna la stampa d’oggi che s’è occupata del caso: tutti unanimi nell’elogiare il Prina, definito gran patriota italiano, mentre il popolo non merita alcun riguardo. Moriva di fame perché il Prina lo spremeva per finanziare le guerre di Napoleone? Pazienza. Così va la storia”.

prina-libroE lei ha capovolto il giudizio: “Ho elogiato la ribellione popolare che ha fatto fare al Prina la fine che meritava. La vita sfarzosa che conduceva il Prina, ricevendo la buona società nella sua casa, diede adito al sospetto più che fondato che il ministro intascasse parecchi soldi dalle tasse che applicava in misura sempre maggiore. Anche in questo caso gli storici di corte escludono recisamente che il Prima fosse un ladro; e a dimostrazione dicono che quando il popolo irruppe nella sua casa non trovarono il tesoro di cui si era favoleggiato. Ma il Prina non era così ingenuo da tenere il maltolto nella sua casa di Milano; aveva una lussuosa villa sul lago di Como ed è probabile che il bottino lo tenesse là”.

Come si svolsero i fatti in quegli anni? “Fu la prima abdicazione di Napoleone, nell’aprile 1814, a far insorgere il popolo milanese contro il regime d’oppressione francese; e la vittima designata era il Prina. La mattina del 20 aprile il popolo marciò su piazza San Fedele. Abbattè i portoni del palazzo Sannazzari e cominciò la frenetica ricerca del Prina che si era nascosto in un camino travestito da prete. Si veda come la furia popolare ha il potere di ridicolizzare i potenti che d’un tratto, come messi in mutande, si mettono a tremare e a implorare pietà: quando venne trovato, un urlo di gioia risuonò nella piazza. Prina, nudo come un verme, venne scaraventato da una finestra e il popolo con la punta degli ombrelli (quel giorno pioveva) lo trafisse come un tordo; poi fino a sera tardi il corpo del Prina venne trascinato per le vie del centro e quindi abbandonato nei pressi del Broletto, dove aveva sede allora il Municipio di Milano. Nella notte le prime avanguardie austriache entravano a Milano. Il Prina venne sepolto nel vecchio cimitero della Moiazza, che oggi non esiste più”.

Prina venne ricordato come un benemerito, però. “Infatti il municipio di Milano ha dedicato una via cittadina al Prina, il quale ha avuto anche l’onore di una targa commemorativa al Famedio, il Pantheon dei milanesi illustri. La morale è questa: i servitori dello Stato, anche se sono affamatori del popolo e ladri notori come il Prina, meritano sempre la riconoscenza del medesimo”. E la storia si ripete…

AUTORE: ROMANO BRACALINI
TITOLO: PRINA DEVE MORIRE
MILANO 1814 – LA PRIMA RIVOLTA ANTITASSE IN ITALIA.
EDITORE: LIBRERIA SAN GIORGIO

In collaborazione con LIBRERIA DEL PONTE

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