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Trento e bolzano vogliono la totale autonomia delle loro strade

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trentinodi REDAZIONE

Le due province autonome di Trento e Bolzano chiedono l’autonomia (completa) anche sulle strade di montagna. L’obiettivo non è solo quello di gestire e curare la manutenzione delle strade (come già avviene), ma di poter stabilire eventuali chiusure, pedaggi e regolazioni del traffico in completa autonomia, senza dipendere dal Commissariato del Governo per la cosiddetta “regolazione”. Per questo è necessaria una norma di attuazione che è già stata approvata dalla Commissione dei 12 nella primavera scorsa e che attende di essere deliberata – come previsto dalle procedure dal consiglio dei ministri. Da parte della provincia di Trento c’è ottimismo nell’ottenimento di questa competenza, considerato che il via libera della Commissione dei 12 (che ha fra i componenti anche sei membri rappresentanti dello Stato) sarebbe già indicativo dell’orientamento.

Gli obiettivi

L’assessore alle infrastrutture e all’ambiente Mauro Gilmozzi spiega comunque che l’obiettivo è di poter intervenire in completa autonomia su tutte le strade di rilevanza ambientale e paesaggistica, non solo quelle di montagna: «Possiamo pensare – ad esempio – anche alle strade dell’Alto Garda che in particolari situazioni devono sopportare picchi elevatissimi di traffico». Questo significa che saranno possibili chiusure, limitazioni a fasce orarie o anche pedaggi come annunciato più volte per i passi Dolomitici? «E’ presto per parlarne» dice l’assessore. «Attualmente vogliamo ottenere questa autonomia per le aree ad alta valenza ambientale e paesaggistica e pare che la norma non abbia creato particolari problemi. Questo andrebbe a completare la competenza della gestione delle strade in contesti particolari. Pensiamo ad esempio alla regolazione dei flussi di traffico in località dove ci sono picchi di traffico molto elevati e che devono essere regolati in maniera “speciale” per fare convivere le diverse esigenze dei nostri territori».

Dice Gilmozzi che questo è uno strumento necessario per le nostre autonomie e che l’applicazione successiva avverrà in modo partecipato con le amministrazioni e gli operatori locali. E’ un primo passo verso la chiusura dei passi dolomitici, partendo con la sperimentazione annunciata sul passo Sella per il prossimo anno? «Questo verrà deciso in seguito, ma non è solo per questo che abbiamo avviato questo percorso» spiega l’assessore. «Avere uno strumento comunque non significa già aver deciso come utilizzarlo, ma è chiaro che senza questo strumento non si parte nemmeno».

Gli studi sui pedaggi

Uno studio in corso da parte della Fondazione Dolomiti Unesco evidenzierebbe – proprio sui passi dolomitici – un certo disappunto, soprattutto da parte dei turisti stranieri, per l’eccessivo traffico che si registra in queste zone in particolari giornate dell’anno. E un’altra ricerca – sempre commissionata dalla Fondazione all’Eurac di Bolzano – ha evidenziato la disponibilità piuttosto ampia dimostrata dai turisti intervistati (generalmente oltre il 50 per cento) a pagare un prezzo per la sosta dei veicoli privati, in media attorno ai 5 euro, per la sosta giornaliera in varie località d’alta quota, tutte nei pressi delle vette tutelate dall’Unesco. Disponibilità ancora superiore – secondo lo stesso studio – per il pagamento di eventuali mezzi pubblici da utilizzare in alternativa all’auto privata (il biglietto accettato dai turisti sarebbe fra i 2 e i 5 euro a seconda delle località prese in considerazione). Ma il discorso cambia radicalmente quando si parla di pedaggi: in questo caso la disponibilità a pagare un pedaggio fra i 2 e i 10 euro (sempre a seconda delle località) scende sotto il 50 per cento. Le motivazioni? Il pedaggio viene considerato una limitazione ingiusta della libertà di accesso alla montagna da parte degli automobilisti.

La sperimentazione

Da parte di Trento e Bolzano era stata manifestata l’intenzione di procedere alla chiusura a fasce orarie (sperimentale) della strada del Sella sui versanti trentini e altoatesini. Si dovrebbe partire nell’estate del 2016 ma il condizionale è d’obbligo, anche per le proteste degli operatori economici di tutti i passi che si sono riuniti in un comitato.

TRATTO DA QUI

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