Esempio di disinformazione: Il sito del Corriere della Sera mette come titolo: “Evasione, al Nord record di imposte non pagate” e come inizio del pezzo: “Oltre 91 miliardi sottratti all’erario, 40 solo di Iva”.
Se uno legge solo il titolo senza cliccare, pensa che il nord eveda per 91 miliardi €. Invece, 91 € è la cifra dell’evasione totale (ma qualche anno fa i miliardi € evasi non erano 130? Livadiotti arrivò pure a 180. Boh! Delirio puro), così suddivisa: 47,4 miliardi € (54%) al nord, 24,4 (27%) al centro e 19,5 (21%) al sud.
A parte il fatto che 54%+27%+21% fa 102%, vorrei sottolineare come sia normale il fatto che in termini assoluti, la cifra complessiva evasa dal nord sia maggiore, perché maggiore in valore assoluto è l’ammontare prodotto dalla sua economia.
Peccato che, in termini percentuali, il nord evade meno del centro e il centro evade meno del sud. Fatto questo, che testimonia come l’evasione e il rifugio nella c.d. economia informale sia la caratteristica di economie arretrate, sia perché la cultura economica di certe zone fa sì che gli operatori agiscano in modi poco aperti e trasparenti, sia, soprattutto, perché il governo di certe zone è incompetente, particolarmente invasivo e più corrotto che altrove.
Invece, il quotidiano della borghesia meneghina preferisce demonizzare il “lumbard” con la fabbrichetta e le partite Iva.
E certo, sai che titoloni se al corriere scoprissero che con una pressione fiscale al 90% o addirittura il 120%, su aziende, artigiani o produttori di reddito, i miliardi evasi in valori assoluti sarebbero più del doppio.
Mentre purtroppo, essendo limitati, non potranno mai scoprire che con una pressione fiscale a livelli Svizzeri o Austriaci anziché il 68% attuale i miliardi evasi al Nord sarebbero sempre in valori assoluti ben pochi. Peccato che questi “cervelloni” che sparano certi dati, volutamente non riportano i dati dell’evasione in percentuale, come ben rappresentati nell’immagine dell’articolo e che con poco sforzo è possibile trovare in rete (es. Ricolfi, CGIA, ecc.), dai quali si scopre che Lombardia risulta essere in linea con le nazioni più virtuose nonostante la rapina fiscale subita.