Non ci si crederebbe se non fosse accaduto in Italia. Bossi condannato per vilipendio del presidente Napolitano, per averlo chiamato “terun” nel corso di un comizio. “Terun” come polentone appartengono al costume di contrapposizione campanilistica del Sud e del Nord e non costituiscono più in insulto.
Forse non è stato Napolitano a denunciare Bossi, fatto sta che il tribunale di Bergamo, in base alle denunce giunte a centinaia, ha proceduto nella giusta punizione del reo colpevole di questo efferato delitto non contemplato nelle legislazioni civili. La delazione, in un paese di stampo autoritario, è sempre stata un portato di menti ristrette e mediocri, che solitamente agiscono nell’oscurità vile dell’anonimato.
Come sotto il regime monarco-fascista, il presidente, come il re, è intoccabile, egli gode di un trattamento di riguardo e di un privilegio, al quale nessuno dei “re” della repubblica prima di lui ha rinunciato: essere giudicati come l’ultimo dei cittadini.
In fatto è che nel nostro ordinamento sono ancora felicemente in vigore leggi e provvedimenti emanati dal 1861 in poi, leggi fasciste e del periodo luogotenenziale (1944-46). La repubblica, democratica e antifascista, ha ereditato senza troppe correzioni, articoli di legge del Codice Rocco in materia di restrizione delle libertà personali e, appunto, di vilipendio delle istituzioni. Così va in galera chi brucia il tricolore, offende il capo dello stato o un pubblico ufficiale (pubblico ufficiale è chiunque indossi una divisa), esattamente come sotto il fascismo, che rimise in vigore la pena di morte abolita nel 1889 dal Codice Zanardelli.
In Inghilterra la regina è difesa dalla legge comune, come l’ultimo dei suoi sudditi. Nell’impero asburgico, civile e tollerante, il reato di vilipendio non esisteva. Uguali davanti alla legge. Nei tribunali italiani campeggia la scritta mendace. “La legge è uguale per tutti”. Fosse vero non ci sarebbe bisogno di scriverlo. Reati di specie autoritaria restano annidati nella nostra legislazione e nessuno, in oltre sessant’anni di repubblica, ha tentato di estirparli come incompatibili con un regime democratico.
I meridionali sono tutto, ma non scemi. Sanno che la consistenza dell’Italia è sempre più legata ad un filo sottile e, quindi, bisogna evitare ogni alito di vento.
Secessione back with Austria Hungary.
Veramente sono reati perfettamente compatibili con una democrazia totalitaria come la nostra…