Saranno i miracoli del Jobs Act, oppure degli “straordinari tagli alla spesa pubblica“, fatto sta che la quantità di fannulloni che occupano sedie e ruoli nel variegato mondo dello Stato e degli enti pubblici è aumentata.
Lo dice un’inchiesta dell’Espresso, che scrive quanto segue: “Undici miliardi e 189 milioni. Euro più euro meno, tanto è costato alle casse dello Stato, solo nel 2014, l’assenteismo nel pubblico impiego. Un fenomeno che era calato dopo l’introduzione delle norme volute da Renato Brunetta, già ministro della funzione pubblica di Silvio Berlusconi. Ma che è riesploso dal 2012, tornando ai livelli di prima: lo dicono i numeri dell’Inps, l’istituto di previdenza che dal marzo del 2011 riceve per via telematica i certificati medici dei dipendenti pubblici”.
Una meraviglia! Questi consumatori di ricchezza per definizione, utili solo a “macinare aria”, per dirla con Guareschi, non solo costano un botto per fare danni, ma anche per fare nulla, anzi… per farsi i cavolacci loro. E con ogni probabilità, fanno anche meno visto che “dal catasto di Caltanissetta all’ambasciata a Washington, gli uffici pubblici sono 21.425.Quelli che hanno fornito informazioni al quartier generale di corso Vittorio Emanuele II sono dunque poco più di un quinto del totale. Inoltre all’appello mancano in blocco le 9.022 amministrazioni scolastiche”.
Questa è la vera Italia che cresce, quella che piace a Renzi, che riempie di bonus i dirigenti dell’impiego pubblico. Ah… una curiosità finale: sapete chi ha firmato l’articolo per l’Espresso? Stefano Livadiotti, quello che dice che “se un’impresa non sa stare sul mercato, pagando le tasse, è meglio che chiuda”. Ora, dopo i numeri di cui sopra, non resta che confermare che chi paga le tasse è semplicemente un complice… di questo sistema di parassiti nullafacenti.