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Il delegato catalano a roma: c’è solo la strada dell’indipendenza

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BELLIZZIdi REDAZIONE

In Catalogna, motore economico della Spagna con una forte identità culturale e linguistica propria, negli ultimi cinque anni il numero dei cittadini apertamente a favore dell’indipendenza dalla Spagna è raddoppiato, fino a raggiungere circa la metà degli elettori.

Abbiamo chiesto il perché a Luca Bellizzi, delegato in Italia del governo autonomo della Catalogna, che dopo le ultime elezioni vinte dal fronte indipendentista con la maggioranza assoluta ora vorrebbe aprire un processo negoziato e pacifico di separazione dalla Spagna, da concludersi in 18-24 mesi.

“La ricerca di un incastro tra Catalogna e Spagna è venuta meno negli ultimi anni, soprattutto la capacità della Spagna di riconoscersi come uno Stato plurinazionale e quindi riconoscere l’identità nazionale catalana”, ha spiegato Bellizzi. “Le elezioni del 27 di settembre dimostrano che c’è un mandato ampio e democratico a favore dell’indipendenza. C’è un discorso di tipo economico e fiscale, non lo nego: ma non saremmo arrivati a un risultato come quello delle elezioni e a un processo come questo di richiesta dell’indipendenza soltanto per questioni economiche o fiscali. Sarebbe sufficiente un patto fiscale sul modello di quello che già c’è nei Paesi Baschi o in Navarra. In realtà quel che succede in Catalogna è che c’è un attacco continuo da parte del governo centrale di Madrid all’autogoverno e all’identità nazionale dei catalani”.

Ma perché allora non cercare una terza via, un’autonomia rafforzata o una federazione? “E’ quello che si è cercato di fare negli ultimi 30-40 anni, dalla transizione democratica fino ad oggi. Il fatto che oggi la maggioranza della popolazione voglia l’indipendenza dimostra che questa terza via non ha funzionato. La terza via è chiaramente un’idea sostenuta dal Partito socialista spagnolo (Psoe), ma per una modifica della costituzione spagnola servirebbe una maggioranza dei due terzi e il Partido popular ha già negato il suo sostegno”.

Ma quali saranno i passi che il governo intraprenderà ora per cercare di arrivare all’indipendenza? “La nostra road map ha come punto principale quello di essere un processo negoziato con Madrid, per quanto possibile, e con l’Unione europea e con la Comunità internazionale. L’idea è cercare di arrivare in 18 mesi alla creazione di strutture di Stato che permettano di avere un referendum finale di approvazione del processo di indipendenza, e poi andare a elezioni costituenti per una nuova costituzione. Sottolineo che la linea del governo è quella di un processo democratico, e soprattutto pacifico e negoziato”. (AGENZIA ASKANEWS)

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