Non soffia un bel vento nemmeno nell’estremo oriente della penisola, dove la crisi non sembra affatto alle spalle. Ecco il perché: “Chiuse 445 imprese in tutti i settori economici, di cui 133 solamente a Gorizia. Erano molto attesi i dati della Camera di commercio per capire se c’era qualche segnale di ripresa. Il responso? Ancora negativo. Le statistiche parlano chiaro: nell’Isontino, dicevamo, hanno gettato la spugna dall’inizio del 2015 ben 445 imprese. Gorizia non sta meglio con 133 cessazioni in 9 mesi”.
Non solo: “In costante e preoccupante arretramento anche il comparto agricolo, con 96 cessazioni fatte registrare l’anno passato in tutta la provincia a cui si aggiungono una settantina di chiusure nei primi 9 mesi del 2015. Il settore assorbe una quota sempre più bassa di forza-lavoro rispetto agli altri settori di attività”.
I sintesi: “Su oltre novemila imprese isontine attive, 445 hanno cessato di esistere nei primi sei mesi dell’anno: un numero considerevole, pari quasi al 5 per cento del totale, compensato solo in parte dalle 397 nuove iscrizioni registrate. Numeri che rischiano di peggiorare il bilancio (già negativo) dello scorso anno”.
Non è un caso che per l’Italia Fitch abbia detto che l’Italia rimane classificata BBB+. Troppo insignificante la ripresa e debito pubblico fuori controllo.