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Per la sindacalista il suo stipendio è giusto ed equo

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ANNAMARIA-FURLAN-CISLdi MATTEO CORSINI

“Da oggi le retribuzioni della Cisl sono sul sito, dove si possono trovare gli stipendi di tutta la segreteria confederale. Il più alto è il mio di circa 5.200 euro al mese tutto compreso… tre volte quella di un impiegato medio a 1.500 euro e mi sembra che ci siamo in un discorso di equità e di giustizia… chi sceglie il sindacato sa che non diventa ricco ma sa che sceglie di essere utile”. Parlando alla Conferenza nazionale organizzativa programmatica del sindacato, il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha voluto fare chiarezza sulla propria retribuzione e su quella degli altri componenti della segreteria, annunciando che si possono trovare tutte sul sito internet della Cisl.

Secondo Furlan, 5.200 euro equivalgono a tre volte lo stipendio medio di un impiegato, quantificato in 1.500 euro, e tutto ciò sarebbe adeguato in un “discorso di equità e di giustizia”. Ora, a parte che 1.500 moltiplicato per tre fa 4.500 e non 5.200, invocare “equità e giustizia” non ha alcun senso. Ogni stipendio è equo e giusto se determinato da un contratto volontariamente stipulato tra soggetti che dispongono del loro diritto di proprietà. Tale è, per esempio, il caso di un imprenditore che assume un dipendente e con questi concorda, tra le altre condizioni contrattuali, la retribuzione dovuta al lavoratore. Evidentemente diverso è il caso dei contratti di lavoro nell’ambito della pubblica amministrazione, perché chi assume le persone e ne stabilisce i percorsi di carriera (al di là delle procedure concorsuali non di rado palesemente manipolate) non utilizza risorse di sua proprietà.

Nel caso della signora Furlan, a giudicare se il suo stipendio è equo dovrebbero essere coloro che versano risorse alla organizzazione della quale è segretario generale. Probabilmente una parte degli iscritti non sarebbe d’accordo con il segretario, ma quelli sono affari loro. Così come sempre gli iscritti dovrebbero stabilire se il loro segretario fa qualcosa di utile oppure no. Purtroppo, peraltro, l’operato dei sindacalisti ha ripercussioni anche sui non iscritti, il che a mio parere rappresenta una esternalità negativa.  Ma suppongo che la signora Furlan, che ritiene equo e giusto il proprio compenso, nonché utile il proprio operato, non sarebbe d’accordo con me.

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2 COMMENTS

  1. Si straparla tanto di GIUSTIZIA SOCIALE ma nessuno la vuole adottare.
    Basti vedere come sono pagati i cittadini talibani per capirla. E le pensioni..??
    C’e’ una Parabola nel Vangelo che la spiega bene ma: nemmeno i sommi sacerdoti l’hanno mai letta (per loro). Allora, dico io, solo per gli altri vale..?
    Come qualsiasi altro privilegio: non vale per gli ALTRI.
    Ma di metafore da seguire, per ottenere la GIUSTIZIA SOCIALE, ce ne sono diverse ed io ne conosco due e mi bastano:
    una appena detta, e’ nel Vangelo “Parabola dei lavoratori delle diverse ore”. OPERAI DELLA VIGNA insomma;
    un’altra nella CUCCAGNA, le sue regole.

    Ma sembra che nessuno sia operaio della vigna e nemmeno abbia in testa le regole della CUCCAGNA. Non dico di aver tentato la salita sul palo unto e sporco… le regole per l’appunto.

    Poi dopo la faccenda si fa triste e si complica molto se pensiamo che i piu’ quotati in materia grigia (magari con cinque lauree, a far che non si sa) sono quelli che proprio non intendono MOLLARE L’OSSO..! Gia’, i PRIVILEGI sono come i dolori (o dollari?) che: chi li ha se li tiene..!
    Osservando poi i fatti notiamo che la regola per ottenere la GIUSTIZIA SOCIALE la fa, la stabilisce, chi e’ possessore di PRIVILEGI.
    Quindi. Hai voglia di sistemare la giustizia o ingiustizia sociale: non molleranno mai e poi mai l’OSSO perche’, loro, applicano questa massima: un re non si fara’ mai e poi mai una legge contro.
    Loro sono i RE (se possono farsi le leggi a favore?) e tutti gli altri i SUDDITI perche’ hanno le leggi contro e devono, da sempre, pagare perche’ vale quest’altra massima (sono mie): il PALAZZO poggia da sempre verso il BASSO..!!
    Va da se che il peso sociale e’ proporzionale al livello, del piano di collocazione.
    Dovrebbe esserci, invece, una compensazione: piu’ alto sei (pesi di piu’) e meno paga dovresti avere. (Che eresia..!!!!).

    Chi sta in basso, livello campagna, deve sopportare e supportare un peso enorme, beh: viene pagato di meno..! Se serve anche BASTONATO..!
    Ecc. ecc. ecc….
    Lascio in sospeso il ragionamento per lasciare un po’ di curiosita’ in chi legge…
    Non e’ bello dare la soluzione… tout court. Come nei gialli no..?
    Ocio: nei fatti vi e’ la verita’. Impariamo a leggerli, non per avere ragione, ma solo per non soccombere.
    Buona domenica

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