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Facciamo il bilancio di fine anno dell’indipendentismo veneto

Da leggere

indipendenza.di ENZO TRENTIN

Un rappresentante che mette in pratica quanto ha promesso in campagna elettorale non può essere elogiato. Fa semplicemente quello per cui ha chiesto il voto degli elettori. Questi ultimi, del resto, hanno tutto il diritto di criticare il rappresentante anche solo per un fiato diretto nella parte sbagliata. È un privilegio che i cittadini-elettori-contribuenti pagano profumatamente nell’inferno fiscale italiano. Eppoi, hanno eletto un delegato o il loro padrone?

Se alla nascita della Repubblica i cittadini avessero mostrato meno deferenza, riverenza e remissività ai rappresentanti, e più critiche appropriate, probabilmente non staremmo in quel Paese disastrato nel quale siamo costretti a vivere.

Quanto al nostro quotidiano ed ai suoi giornalisti, essi svolgono il ruolo di cane da guardia della democrazia. Questo è il ruolo che la stampa svolge in una società democratica, secondo una formula ripetutamente utilizzata, con lessico anglosassone, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. L’immagine è ricca di indicazioni. Il buon cane da guardia gira libero attorno a casa, orecchie tese e naso al vento. E abbaia, anche più forte del necessario e qualche volta deve mordere. Questo ruolo del giornalismo può essere molto rilevante, e in questi casi il pericolo per i giornalisti è maggiore; un esempio a livello internazionale è rappresentato anche da WikiLeaks.

In Italia il giornalismo d’inchiesta e di denuncia (che non necessariamente corrisponde a WikiLeaks), o dedicato a un ruolo imparziale di difesa della legalità e della legittimità, è un genere che, al di là delle dichiarazioni sugli obblighi imposti dalla deontologia professionale giornalistica, non è sentito dalla maggioranza dell’opinione pubblica come particolarmente sviluppato.

I politici, poi, preferiscono il giornalista stuoino. D’altro canto non c’è da stupirsi. Le televisioni e i giornali appartengono ai partiti, sono “Cosa Loro”, e non trattano argomenti scomodi a quel potere parassitario che viene chiamato “partiti”. Per fortuna c’è Internet, [VEDI QUI] esiste il libero scambio di informazioni e il vero confronto, non come i confronti-pagliacciata che vediamo in TV tra due marionette, moderate da un giornalista stuoino che, fra l’altro, non fa domande scomode. Così almeno evita di far fare brutta figura ai suoi padroni.

Del resto la carta stampata è in crisi anche per questo; [VEDI QUI] i dati del Rapporto Censis. Mentre per la TV abbiamo visto come i partitocrati hanno deciso di farsela pagare: con la bolletta dell’elettricità. Tuttavia il dato interessa relativamente il Veneto, considerato che solo il 22% utilizza la TV come l’unico luogo attraverso cui si accede all’informazione. In Italia si tratta comunque di settori sociali definiti. Soprattutto donne, casalinghe, di età medio-alta e di istruzione medio-bassa, residenti per lo più nel Mezzogiorno e nelle Isole.

Ed ecco allora che non ci stupisce il comportamento del Consigliere regionale Antonio Guadagnini; il quale, benché esplicitamente invitato alla replica, ha riservato il silenzio alle precise domande che gli venivano poste – tempo fa – dove si chiedeva conto sugli strumenti di democrazia diretta [VEDI QUI]. Probabilmente sarà impegnato in superiori interessi di governo (regionale).

Non sappiamo, né c’interessa conoscere quanto guadagnava Antonio Guadagnini (sedicente indipendentista) prima d’essere eletto al Consiglio Regionale Veneto. Siamo tuttavia convinti che non percepisse l’equivalente dell’attuale rendita politica di circa 12.000 euro mensili, oltre a benefici vari che formano il suo attuale reddito, che – diciamocelo – non è un brutto prendere. Quindi ogni contribuente ha tutto il diritto di criticare; di chiedere conto. È torchiato dal fisco italiano anche per questo: paga i partiti, e paga i giornali di partito!

Ordunque, per verificare questi presunti “superiori interessi”, consultiamo il sito della colazione di partitini che lo ha eletto (con artifici elettorali), come il suo personale blog nel quale troviamo quanto segue:

23 luglio 2015

[…] E noi sappiamo bene che il presidente della Giunta appoggia la nostra finalità politica, ovvero il raggiungimento dell’autodeterminazione del Popolo Veneto. […] “a riprova che la tensione verso il sentimento di indipendenza è trasversale a tutte le compagini politiche che sostengono il governo della Regione del Veneto”. […] Non ci resta che parlare chiaro ai cittadini: il Veneto ritroverà dignità ed autonomia solo affermando il diritto di far sentire la propria voce”.

Ohibò! Parla di autodeterminazione, sinonimo di indipendenza, e conclude con l’autonomia?

24 lug2015

zaia-venetoLa novità politica di questa estate è la costituzione in Consiglio Regionale dell’intergruppo referendario Parola ai  Veneti che riunisce 26 Consiglieri (più il presidente Zaia ed un Assessore che per “opportunità” appoggiano dall’esterno. Quindi 28 soggetti su 50. Ndr) di diversi gruppi che hanno aderito alla nostra proposta di sostenere dall’interno dell’Istituzione Veneta il percorso verso il referendum per l’indipendenza. […] Questo intergruppo è la prima iniziativa con la quale il Gruppo consiliare “Indipendenza Noi Veneto con Zaia” ribadisce come il tema dell’indipendenza sia centrale nella propria azione politica e come sia necessario porlo al centro dell’azione dell’intera Assemblea veneta.

Va be’! Più sopra si saranno sbagliati. Tuttavia il referendum di cui alla legge 16/2014 non si farà. Sono mancati i soldi. Quei pochi arrivati li stanno restituendo. Sicuramente i “nostri” troveranno un’altra soluzione. Un altro referendum? Stavolta a spese di chi? E potrà essere per l’indipendenza del Veneto?

28 luglio 2015

In attesa di trovare la quadra al problema, depositano una Mozione per contrastare i

“GIOCHI OLIMPICI DEL 2024, NO ALLA CANDIDATURA DI ROMA”, presentata dai Consiglieri Guadagnini, Finco, Semenzato, Gidoni, Sandonà, Villanova, Boron, Montagnoli, Rizzotto, Gerolimetto, Michieletto, Marcato, Barbisan, De Berti, Forcolin, Calzavara, Possamai, Brescacin, Finozzi, Baldin, Scarabel, Bardelle e Brusco […] il Consiglio regionale impegna il Governo Veneto ad esprimere tutta la propria contrarietà a tale candidatura, per motivi etici, morali, economici, sociali, estetici.

E con l’indipendenza del Veneto cosa c’entra?

25 agosto 2015

No all’introduzione nelle scuole della “teoria del gender”: questo, in sintesi, l’impegno che il consigliere regionale di “Indipendenza Noi Veneto”, Antonio Guadagnini, chiede alla Giunta con

una mozione presentata in Consiglio Regionale.

Va bene, ma con l’indipendenza del Veneto cosa c’entra?

29 ottobre 2015

È la campagna sociale contro il gioco d’azzardo e le slot machine in Veneto. A supporto della proposta di legge “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio dalla dipendenza dal gioco d’azzardo” il consigliere regionale Antonio Guadagnini lancia una campagna sociale di mobilitazione contro il gioco d’azzardo all’insegna del logo “NO VOJO SLOT”. 

OK, ma con l’indipendenza del Veneto c’entra qualcosa?

Su queste scarne informazioni proviamo a fare un bilancio consuntivo dell’attività politica di 28 Consiglieri (su 50) sedicenti indipendentisti e/o favorevoli ad un referendum per la secessione dall’Italia. In sei mesi dall’installarsi del Consiglio Regionale Veneto, insediatosi l’1 giugno 2015, non si rileva alcuna significativa deliberazione in senso indipendentista.

C’è un disegno di legge in discussione che in Veneto interessa circa 15.000 giocatori compulsivi; ma di converso, ad oggi, non c’è alcuna risposta, non un fiato, alla galassia di comitati e associazioni venete che hanno presentato due Petizioni [VEDI QUI] per introdurre nello Statuto regionale, in via di implementazione, gli strumenti di democrazia diretta per mezzo dei quali 4.919.155 veneti (al 31.07.2015)  potrebbero democraticamente controllare l’operato dei propri rappresentanti regionali. Di contro, qualsiasi analfabeta di ritorno è in grado di fare il conto approssimativo dei costi/benefici: quanto sono costati ai contribuenti i predetti rappresentanti? Cosa hanno prodotto per l’indipendenza del Veneto?

A cercare sui siti di Indipendenza Noi Veneto con Zaia o quello personale di Antonio Guadagnini [VEDI QUI] non si trovano altre iniziative legislative per l’indipendenza del Veneto.

Quanto alla coalizione Indipendenza Noi Veneto con Zaia, si tratta di: Veneti Indipendenti (è l’ennesima scissione, questa volta ad opera di Luca Azzano Cantarutti. Il sito non è molto aggiornato), Liga Veneta Repubblica (anche qui un sito poco aggiornato, che appare come la creatura di Fabrizio Comencini, ex LN, e prima ex MSI), Veneto Stato (ha un sito vecchio che comprende tutti coloro che poi si sono “messi in proprio”. Il sito  inneggia a Plebiscito2013.eu), Progetto Nord–Est (non ha sito ma una pagina su Facebook ferma al 2010 ed anche questo sembra essere il supporter di una sola persona. Il quotidiano “Il Gazzettino”, del 29 Ottobre 2014 scriveva: «Il 26 agosto le dimissioni, il 27 agosto la richiesta di ottenere l’assegno di fine mandato. Il Bur (Bollettino ufficiale della Regione Veneto) pubblicato ieri contiene anche la delibera approvata dall’Ufficio di presidenza del consiglio regionale nella seduta dello scorso 10 settembre con cui viene approvata la liquidazione all’ex consigliere regionale Mariangelo Foggiato. L’esponente dell’Unione Nordest si è improvvisamente dimesso la scorsa estate per motivi personali. E subito ha chiesto di poter disporre del Tfr. Ovvero una liquidazione da 90mila euro.»), Tea Party Veneto (ha solo una pagina su Facebook, peraltro poco aggiornata e/o frequentata) e Pro Veneto (anche qui ora campeggia il simbolo di “Noi veneto indipendente con Zaia”, per il resto appare più come la creatura in funzione di un singolo: Roberto Agirmo. Candidato alle elezioni regionali nel collegio  di Venezia, dove è residente, ha ottenuto 47 voti. Il numero più esiguo di preferenze tra i capi partito). In ogni caso da nessuna parte abbiamo potuto leggere una bozza di progetto istituzionale per l’indipendenza del Veneto. Che ci sia sfuggito qualcosa?

GUADAGNINIFrattanto Antonio Guadagnini [VEDI QUI] ci propina la solita fanfaluca del «residuo di 20 miliardi di Euro che il Veneto versa improduttivamente a Roma, e che trattenendolo in loco contribuirebbe al rilancio del territorio.» Ma si guarda bene dal sottolineare che per avere quel residuo fiscale dovrebbe mantenere la stessa persecutoria pressione fiscale. Allora a che servirebbe l’indipendenza da Roma; per ottenere lo stesso inferno fiscale da Venezia?

Il “nostro” ce lo dice a chiare lettere: «Ad esempio, con le tasse che paga Arzignano si potrebbe costruire un gassificatore all’anno. Ad esempio, con i 20 miliardi, la Regione potrebbe dare incentivi ai Veneti per l’acquisto di auto elettriche, in modo da far sparire tutte quelle a gasolio, oppure potrebbero essere dati incentivi importanti per smaltire gli scarti delle industrie.»

Insomma, non propone una indispensabile riduzione delle tasse. Più semplicemente vuole che i politicanti veneti – e non italiani – redistribuiscano a loro giudizio. O forse a beneficio dei loro “clientes”?

Si limita a dire: «I 20 miliardi del nostro residuo fiscale corrispondono al 40% del totale delle tasse pagate ogni anno in Veneto. È chiaro che un territorio, qualsiasi esso sia, non può essere privato di un tale ammontare di risorse, pena la sua totale devastazione. Cosa che in Veneto sta puntualmente avvenendo, e le statistiche sull’inquinamento ne sono un segnale cristallino.

Questo è un problemino che la classe politica del Veneto dovrebbe porsi in modo serio e concreto, finalmente, in quanto fino a oggi i vari proclami non hanno sortito grassi effetti.» Ecco, appunto! Lui come rappresentante sedicente indipendentista, e gli altri Consiglieri regionali dell’intergruppo (26+2 su complessivi 50) che deliberazioni producono?

Eppoi, cosa non secondaria, attraverso quale nuovo progetto istituzionale compirebbero – lui ed i suoi sodali sedicenti indipendentisti – il nuovo boom economico? Ancora non ce l’hanno  detto! Insomma, se oggi, molti veneti smoccolano e mandano a quel paese Matteo Renzi e i partiti politici; in un congetturato Veneto indipendente, ipoteticamente, avremo molti veneti che smoccoleranno e manderanno in mona Guadagnini & Co.?

Ci sono, in verità, nei siti suddetti molte affermazioni di vicinanza con le battaglie indipendentiste di Scozia e Catalogna. Molta solidarietà ed informazione su quelle battaglie. Tuttavia questo assomiglia alla tecnica comunicativa della “diluizione”: sminuire il particolare annegandolo nell’universale, distrarre dal «qui» per concentrarsi sull’«altrove». Un po’ come nell’estate del 1968 quando l’URSS invase Praga: in una assemblea all’università di Torino gli studenti ammisero all’ordine del giorno il dibattito sui fatti cecoslovacchi, ma solo a patto che si levasse forte e chiara la condanna contro l’imperialismo statunitense.

È proprio vero: abbiamo un bisogno assoluto di auguri! Auguri per le imminenti festività, ma anche auguri di diventare sempre più convinti della necessità che i valori fondanti della  civiltà veneta vadano difesi da più credibili soggetti politici. Soggetti in grado di prendere coscienza del fatto che non è attraverso le istituzioni italiane, ed i loro riti, che i veneti diverranno liberi, sovrani e indipendenti.

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2 COMMENTS

  1. fallimento totale di chi parla dall’interno delle cosiddette istituzioni di matrice romanocentrica o guardando alle stesse…
    meno male che i Veneti l’indipendenza hanno capito già dalla primavera dello scorso anno se la devono fare da sé standone fuori e con Plebiscito.eu stanno arrivando all’obiettivo.
    L’unica nota valida sulla questione, che informa di risultati eclatanti già raggiunti, al di la dei movimentismi personali o di gruppi di appassionati, è pubblicata sul citato Gazzettino il venti dicembre scorso, come su tutte le testate venete… ma questa è la dolorosa storia della mancanza di libertà della stampa tricolore asservita e succube ai poteri delle caste attuali…
    per informarsi e tenersi aggiornati sul progresso del percorso avviato verso la libertà, non c’è altra strada che andare sul sito apposito di Plebiscito.eu, o, meglio ancora, partecipare agli appuntamenti che vengono programmati. Dalla dichiarazione dell’Indipendenza del 21 marzo 2014 i Veneti, duemilioni e passa che l’hanno votata, sono stati turlupinati con i continui protagonismi dei soliti politici locali o aspiranti tali che hanno la colpa dei ritardi e delle difficoltà di passare all’attuazione, ma non c’è dubbio che un diritto è stato affermato e conclamato e alla fine, come è già successo per altre realtà statuali, troverà piena attuazione.

  2. QUELLO CHE CI MANCA È UN VERO
    PARTITO MARCIANO UNITARIO CON UN SOLO ED UNICO OBIETTIVO: “L’INDIPENDENZA DEL POPOLO VENETO”

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