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Ecco il 7° segnale della ripresa: lo stato frega 5,8 miliardi di iva alle imprese

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PARTITE IVAdi LUIGI CORTINOVIS

Lo Stato è ladro, non c’è verso… trova sempre un modo per fregare chi lavora e produce ricchezza, mentre – al contempo – va raccontando che abbassa la pressione fiscale.

Riporta l’Agenzia Askanews, che nei primi 11 mesi del 2015 circa due milioni di imprese che hanno lavorato per la pubblica amministrazione “sono state costrette ad anticipare alle casse dello Stato 5,8 miliardi di euro”. Lo sostiene la Cgia di Mestre, secondo cui questo è avvenuto a seguito dell’introduzione del meccanismo dello split-payment (scissione del pagamento dell’Iva).

“Oltre al danno – afferma il coordinatore dell’ufficio studi Paolo Zabeo – si è aggiunta anche la beffa. La nostra Pa non solo paga con un ritardo che non ha eguali nel resto d’Europa, ma dall’anno scorso salda le fatture senza pagare l’Iva al proprio fornitore. Dal gennaio del 2015, infatti, l’imposta la versa l’ente pubblico direttamente all’erario”. Pertanto, “le imprese che lavorano per la Pa, oltre a subire tempi di pagamento irragionevolmente lunghi, scontano anche il mancato incasso dell’Iva, che ha peggiorato la grave situazione di liquidità in cui versano da anni moltissime aziende, soprattutto di piccola dimensione”.

Nel 2015, spiega la Cgia, è entrato in vigore lo split-payment: la Pa trattiene l’Iva sulle fatture per beni e servizi ricevuti dalle imprese e la versa direttamente all’erario. Scopo di questo meccanismo “è contrastare l’evasione fiscale, ovvero di evitare che, una volta incassata l’Iva dal committente pubblico, l’azienda fornitrice non la versi all’erario. Il dipartimento delle Finanze ha riferito quindi che, nei primi 11 mesi dell’anno, l’Iva da split-payment (trattenuta dalla Pa) ammonta a 5,8 miliardi”. Il meccanismo “è sicuramente efficace nell’impedire che l’imprenditore disonesto incassi l’Iva dalla Pa e poi non la versi all’erario. Tuttavia, causa seri problemi finanziari a tutti coloro (la quasi totalità) che con l’evasione non hanno nulla a che fare”. La stessa amministrazione finanziaria, “consapevole di questo problema, ha introdotto delle misure per accelerare il rimborso dell’Iva a credito”.

Già… è consapevole…

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1 COMMENT

  1. Già.. lo stato paga col denaro della tasca destra quel che versa alla tasca sinistra delle stesse braghe.
    Intanto il fornitore della pubblica amministrazione ha anticipato al suo fornitore i soldi che non sono entrati per l’Iva dovuta sulle fatture dei beni e servizi utilizzati per servire lo stato.

    Lo stato di fatto si fa fare credito indirettamente dalle banche che coprono eventuali necessità di credito impiegando lo stock di risorse dei risparmiatori basandosi sul merito di credito del fornitore al quale son venuti a mancare dei flussi di entrata che possono arrivare al 22% con la sua esposizione di garanzie reali e non.

    Chi continua a lavorare per lo stato sa di lavorare per un insolvente amorale incallito.

    Anche questa volta comunque ci sono fornitori PA di serie A e di serie B, ad esempio per i farmacisti, le forniture convenzionate di farmaci per i quali non vengono emesse fatture ma solo scontrini, non sono soggette allo split-payment.

    L’arbitrio con lo stato è sempre garantito. Perché io so io … e voi non siete un c….

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