“Le verifiche sull’anagrafe dei conti correnti bancari vengono fatte solo per le anomalie più vistose, ma non ci sono automatismi”. Il direttore dell’agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi (la sostituta di Befera), ha ripetuto per l’ennesima volta che i cosiddetti contribuenti non devono temere il Grande Fratello fiscale. Nonostante banche e altri intermediari forniscano ormai al fisco saldi e movimenti di ogni rapporto intrattenuto con la loro clientela, quei dati non vengono usati, se non per “le anomalie più vistose”.
Se così fosse, non si vede per quale motivo prevedere l’invio automatico e massivo di tutta quella gran mole di dati. D’altra parte, che Orlandi aggiunga “non abbiate paura”, peraltro poche settimane dopo aver affermato che i contribuenti non collaborativi avrebbero visto “il lato oscuro dell’accertamento” non è per nulla rassicurante.
Ognuno la può pensare come vuole, ma se chi ha il potere e l’abitudine di mettermi le mani in tasca ha anche le chiavi di casa mia e la combinazione della cassaforte trovo la sua credibilità pari a zero se dice che verrà a farmi visita solo in caso di “anomalia”.
E’ evidente che vengano usati dei filtri o qualcosa che esamina tutti i dati a tappeto.
La misura della rete del filtro viene modificata in base ai bisogni di controllo.
Una volta disponibili tutti i dati, è possibile ogni abuso .