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Ecco il 45° segnale della ripresa: sardegna, 2 impiegati su 10 sono pubblici

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stataledi LUIGI CORTINOVIS

Il parassitismo dilaga e lo chiamano posti di lavoro creati. In Sardegna, un quinto dei lavoratori è dipendente della pubblica amministrazione, vale a dire il 20,4 per cento della forza lavoro. Un vero e proprio esercito. L’elevatissima percentuale di dipendenti pubblici registrata nell’Isola risulta superiore alla media nazionale e a quella europea.

Lo ha rilanciato una indagine condotta dal Centro studi impresa lavoro, che ha rielaborato dati della Ragioneria generale dello Stato e dell’Istat. I numeri relativi alla Sardegna sono simili a quelli delle altre Regioni a statuto speciale e dei territori a più alto tasso di disoccupazione: a guidare la classifica è infatti la Valle d’Aosta con il 22,11 per cento, seguita da Calabria e Sicilia che raggiungono rispettivamente il 21,5 e il 21,3 per cento.

Il dato sardo si colloca oltre 5 punti percentuali più in alto del valore di riferimento italiano: nel loro complesso solo il 14,4 per cento dei lavoratori del Belpaese risulta impiegato in un ente o un’agenzia riconducibile alla miriade di ramificazioni delle pubbliche amministrazioni. E nella classifica non sono compresi quelli che di Stato vivono attraverso contratti ad hoc e commesse per gli amici degli amici.

Come diceva Eugene McCarty “l’unica cosa che ci salva dalla burocrazia è l’inefficienza. Una burocrazia efficiente é la più grande minaccia alla libertà“. Amen!

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