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Giappone, quella stampante che non vuol fermarsi mai

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denarodi MATTEO CORSINI

Dalla riunione del consiglio di politica monetaria della Banca del Giappone, del 21 settembre scorso, è uscito, tra le altre cose, il passaggio che riporto di seguito, che rende evidente il vero obiettivo della politica di allentamento quantitativo: La banca comprerà titoli di Stato giapponesi in modo tale da mantenere il loro rendimento più o meno al loro attuale livello (attorno a zero per cento).”

Dopo le lamentele espresse nei mesi scorsi dalle banche per via dell’introduzione di tassi negativi, che ha generato una (ulteriore) compressione del margine di interesse, a forza di accumulare titoli di Stato la banca centrale aveva finito per portare sotto zero anche i rendimenti a 15 anni (e quelli a 30-40 anni poco sopra zero).

Quando la curva dei tassi di interesse è piatta (ossia i tassi a lungo termine sono a livelli uguali o poco superiori a quelli a breve termine), l’attività bancaria tradizionale, consistente per lo più nel trasformare scadenze, perde redditività. Se, poi, la banca centrale rende negativi i tassi a breve termine, la cosa peggiora, perché le banche non riescono generalmente ad applicare tassi negativi sui depositi. Qualche “espertone” per questo suggerisce di abolire il contante, in modo tale da consentire alle banche di applicare tassi negativi sui depositi.

Il fatto è che, così facendo, si svuoterebbe di fatto completamente il diritto di proprietà, dato che il problema non sarebbero solo i tassi negativi, ma (cosa peggiore) la possibilità per lo Stato di tassarli senza limiti. Un novello Giuliano Amato non dovrebbe agire furtivamente di notte per fare un prelievo coatto.

Ma non è di questo che voglio occuparmi. Preferisco soffermarmi sul vero obiettivo, mai chiaro ed esplicito come oggi, della politica monetaria della Boj (e non solo): riuscire al tempo stesso a consentire allo Stato di indebitarsi a costo zero o negativo (i tassi a breve restano negativi), e alle banche di fare un po’ di margine di interesse. Tutto questo corrisponde ovviamente a una forma di tassazione a carico dei risparmiatori. Lo stesso aumento di tasse che Abe rimanda per non tagliare spesa pubblica, avviene tramite politica monetaria.

Non si crea ricchezza stampando denaro.

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